Ha suscitato clamore il libro della scrittrice americana Rebecca Walker "Baby love: choosing motherhood after lifetime of ambivalence" sulla sua esperienza di madre adottiva. Nell'occhio del ciclone è finito il capitolo in cui la scrittrice descrive la differenza tra l'amore che prova per il figlio naturale, sincero e profondo, e quello che nutre nei confronti del figlio adottivo.
"Questa vicenda è del tutto particolare - ha dichiarato Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini - e conferma, ancora una volta, come l'adozione debba essere una strada riservata esclusivamente alle famiglie in grado di accogliere in maniera incondizionata un figlio adottivo, senza creare nessuna distinzione tra un figlio e un altro. Inoltre è del tutto singolare che sia la stessa madre a fare distinzione tra figli di serie A e di serie B: l'amore non è una questione di DNA o di legami di sangue".
Il caso di Rebecca Walker è ancora più particolare perché la scrittrice americana, che aveva a uto un figlio naturale, quando ha scelto di adottare un bambino, lo ha fatto con la sua compagna."Emerge un dato importante - ha proseguito Griffini - : l'adozione deve essere riservata alla famiglia composta da un padre e una madre, con ruoli ben distinti, idonei a una crescita equilibrata per il bambino".