Sì al pianeta, no alle pressioni di Usa, Cina ed Arabia Saudita. L'organismo delle Nazioni Unite che vigilia sul clima, l'Ipcc, ha approvato stamattina a Bruxelles il secondo capitolo del rapporto 2007, quello relativo alle conseguenze pratiche degli sconvolgimenti climatici.

L'annuncio è stato dato dal presidente dell'Ipcc, Rajendra Pachauri,che ha rivelato come la stesura del testo definitivo sia stata oggetto di numerose mediazioni: «Alla fine abbiamo un documento che spero attirerà l'attenzione in tutto il mondo - ha detto - Stiamo facendo le ultime correzioni della bozza, il lavoro non è facile ed è un documento complesso».

Il dibattito sembra si sia incagliato nella notte su contestazioni di natura politica, più che scientifica: la Cina, ad esempio, ha preteso che nel documenti si parli di «alta confidenza» (vale a dire l'80% delle probabilità) e non di «altissima confidenza» (il 90%) quando si afferma che «numerosi sistemi naturali sono colpiti da mutamenti climatici», intendendo così moderare l'affidabilità delle previsioni.

Un gruppo di climatologi però ha scritto al presidente del gruppo II dell'Ipcc, l'americana Sharon Hays, riaffermando invece la solidità scientifica dello scenario peggiore. Un altro punto di limatura del documento ha riguardato la biodiversità: si parla di «crescente rischio» e non di «alto rischio», come nella versione iniziale.

Nella sostanza però sono state confermate le anticipazioni fornite durante la settimana e stamattina è arrivato il suggello dell'ufficialità: tra venti anni centinaia di milioni di persone potranno rimanere senz'acqua a causa della siccità, epidemie come la malaria si estenderanno anche nelle zone non tropicali.

Nel giro dei prossimi cinquant'anni l'Europa potrebbe perdere tutti i suoi ghiacciai e nel 2100 il 50% della vegetazione mondiale potrebbe essere estinta. Si manifesteranno inoltre ondate di calore anomalo in grado di uccidere migliaia di persone oltre ad eventi climatici estremi, dei quali negli ultimi anni ci sono state già diverse avvisaglie, come inondazioni e alluvioni.

Il rapporto approvato oggi segue a quello del febbraio scorso, dedicato alla fisica dei cambiamenti, e lancia dunque l'allarme definitivo sulle conseguenze dell'effetto serra richiamando i governo a severe misure per moderare le emissioni di C02. Dopo l'estate verrò pubblicato anche il terzo capitolo del rapporto 2007 nel quale si affrontano i possibili rimedi per arginare il riscaldamento del pianeta.

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