Si chiama Globorix, è prodotto dalla GlaxoSmithKline e, a giudicare dai test effettuati, è in grado di combattere la diffusione della meningite e di altre sei malattie. Verrà diffuso dal 2008 in Africa e Medio Oriente, la ditta produttrice non si aspetta di recuperare le spese.Per la prima volta nella sua storia, il colosso farmaceutico europeo ha iniziato i procedimenti di registrazione per un farmaco da cui non si aspetta ricavi. Verrà infatti venduto a basso costo in zone sottosviluppate o in via di sviluppo.E' stato prodotto secondo le direttive dell'articolo 58 dell'Agenzia Farmaceutica Europea (EMEA), la quale, in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità, da la propria opinione circa l'efficacia, la qualità e la sicurezza di prodotti farmaceutici destinati unicamente all'utilizzo al di fuori dei confini dell'Unione Europea.Grazie a tale disposizione è possibile rendere disponibile alle popolazioni indigenti e bisognose farmaci che hanno comunque elevati standard di sicurezza ed efficacia. Globorix sarà disponibile dall'anno prossimo.

Un solo farmaco per combattere ben sette malattie: oltre alle più gravi, le meningiti di tipo A e C, è stata certificata l'efficacia contro la difterite, il tetano, la pertosse, l'epatite B e l'emofilia di tipo B.L'arrivo di questo farmaco rivoluzionerà la lotta alla meningite in Africa, e il controllo della malattia nelle zone endemiche.

Senza trattamenti, la malattia ha una mortalità pari a circa il 50%, e la morte può arrivare anche solo dopo 24 ore dalla manifestazione dei sintomi. Essere in grado di prevenirla anche in aree disagiate, dunque, è un buon passo in avanti, anche se per molti critici ancora non è sufficiente.

Il ritorno di immagine per la Glaxo dovrebbe compensare quanto avvenuto sei anni fa, quando la casa farmaceutica, insieme ad altre grandi aziende, citò in giudizio il governo sudafricano, "colpevole" di aver cercato di acquistare a basso costo farmaci contro l'HIV. Di fronte all'indignazione del pubblico mondiale, la ditta fu costretta a fare marcia indietro, ed ora sembra aver cambiato le sue politiche per il terzo mondo.

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