Amnesty International ha espresso apprezzamento per la notizia dell'imminente rilascio di Bisher al-Rawi, un cittadino iracheno residente nel Regno Unito, dal centro di detenzione di Guantánamo. Bisher al-Rawi era stato arrestato in Gambia, nel novembre 2002, insieme a un'altra persona residente in Gran Bretagna, il cittadino giordano Jamil El-Banna.

L'operazione era stata resa possibile grazie alla collaborazione dei servizi di sicurezza britannici. Al-Rawi ed El-Banna erano stati consegnati ad agenti Usa e trasferiti prima in Afghanistan e poi a Guantánamo. ?Tiriamo un profondo sospiro di sollievo per questa notizia. Ora e' importante che il governo di Londra garantisca che al-Rawi possa ricongiungersi ai suoi familiari.

Se non fosse stato per l'operato dietro le quinte del Regno Unito nella sua rendition a Guantánamo, al-Rawi non sarebbe rimasto a languire in detenzione illegale per quasi cinque anni' - ha dichiarato Kate Allen, direttrice della Sezione Britannica di Amnesty International.

?Ora occorre un'inchiesta approfondita e indipendente che accerti ogni eventuale complicita' di Londra con le detenzioni di Guantánamo. Il governo deve fare di tutto per assicurare il ritorno degli almeno altri sette residenti in Gran Bretagna che ancora si trovano nel centro di detenzione'.

Amnesty International sta svolgendo una campagna per la chiusura di Guantánamo, dove si trovano tuttora oltre 350 prigionieri. All'inizio di questa settimana sono iniziate le udienze di fronte alle commissioni militari, organismi che l'organizzazione per i diritti umani giudica non in grado di svolgere processi equi, in linea con gli standard internazionali.

Le commissioni militari operano in una sorta di vuoto legale e fanno parte di un sistema che non prevede un rimedio giudiziario per i detenuti e le loro famiglie. Gli imputati non possono appellarsi alle norme del diritto internazionale, alle Convenzioni di Ginevra o alla stessa Costituzione statunitense.

Anche se venissero assolti, potrebbero continuare a essere considerati ?combattenti nemici' e la loro detenzione potrebbe protrarsi a tempo indeterminato. Amnesty International chiede a tutti i paesi di non collaborare con le commissioni militari, di sollecitare la chiusura di Guantánamo e di agevolare il rientro volontario delle persone rilasciate dal centro di detenzione nei paesi di origine, ove possibile e giudicato opportuno in valutazione dell'assenza del rischio di subire ulteriori violazioni dei diritti umani.

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