I volatili diventano non solo specie da proteggere ma dei veri e propri indicatori ufficiali dello stato di salute dell'ambiente. L'Unione Europea li ha inseriti infatti fra gli elementi di cui tener conto nel preparare i piani di sviluppo rurale, che in Italia sono redatti dalle Regioni.
Anche di questo si parlera' al convegno di ornitologia piu' importante dell'anno, il Birds Numbers 2007 'Monitoring for Conservation and Management' che l'European Bird Census Council (Ebcc), il centro italiano studi Ornitologici, Lipu e associazione FaunaViva hanno organizzato a Chiavenna, in provincia di Sondrio, dal 17 al 22 aprile.L'incontro sara' quindi un'occasione per fotografare la situazione dei volatili in Europa e parlare del programma di monitoraggio pan-europeo.
La situazione e' 'articolata' come spiega Lorenzo Fornasari, il responsabile del progetto di monitoraggio italiano Mito, ma ci sono comunque dati comuni come la crisi degli uccelli che vivono nei campi. 'Certamente - dice - cresce il numero delle specie a rischio negli ambienti agricoli. Su 195 specie considerate in stato sfavorevole 116 sono associate proprio a questi spazi'.
Spazi dove e' diminuito il numero di esemplari, anche se non il numero delle specie che anzi e' in aumento complice il cambiamento del clima (altro argomento che si trattera' nei tre giorni di simposi, tavole rotonde e workshop). Animali che ora nidificano regolarmente in Italia come l'airone guardabuoi fino a vent'anni fa si trovavano solo in Africa.
'In Italia - sottolinea Fornasari - negli ultimi 6 anni c'e' stato un calo del 9% dell'indice, in media con i dati europei.Ma il vero crollo, che c'e' stato, si e' verificato prima a partire dagli anni Ottanta'.