Lo dice uno studio dell'Università del Wiscnonsin pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle scienze degli Stati Uniti: «Nel 2100 il pianeta potrebbe avere un aspetto diverso».
Condizioni climatiche sconosciute nel 20% o nel 39% delle terre emerse.Se il riscaldamento globale continuerà ad incalzare al ritmo attuale, nel 2100 la terra potrebbe avere un aspetto molto diverso perché la mappa delle zone climatiche potrebbe subire profondi cambiamenti.
Molte di esse potrebbero scomparire, mentre nascerebbero tipi di clima oggi del tutto sconosciuti, con zone tropicali che si spostano a latitudini più alte e in cima alle montagne e zone equatoriali inospitali per l'uomo e molte altre specie. Lo scenario deriva dallo studio dell'università del Wisconsin, pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas.
I nuovi scenari sulla mappa del clima del prossimo secolo si basano sui modelli del clima e delle emissioni di gas serra elaborati recentemente dal Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Ipcc). Lo studio, coordinato da John Williams, del dipartimento di Geografia dell'università del Wisconsin, è stato condotto in collaborazione con il dipartimento di Botanica dell'università del Wyoming e finanziato dalla National Science Foundation.
Gli scenari principali sono sostanzialmente due. Secondo il più pessimista, basato sul persistere delle attuali emissioni di gas serra, caratteristiche climatiche finora sconosciute potrebbero comparire nel 39% delle terre del pianeta e potrebbe scomparire il 48% delle attuali zone climatiche.
Lo scenario più ottimista, basato sul rallentamento delle emissioni di gas serra, la comparsa di nuove condizioni climatiche e la scomparsa di altre riguarderebbe, in entrambi i casi, zone che occupano il 20% delle terre del pianeta. I cambiamenti potrebbero riguardare regioni fortemente popolate, come quelle il Sud-Est degli Stati Uniti, il Sud-Est asiatico e parte dell'Africa, così come zone preziose per la biodiversità, come la foresta amazzonica, le Ande e i deserti.