In questi giorni è letteralmente esplosa in Toscana una catena di messaggi telefonici e di e-mail che invocava la necessità di sangue per trasfusione, di un determinato gruppo sanguigno, per un bambino ricoverato all'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze. È veramente straordinaria la sensibilità e la disponibilità delle persone di fronte ad un importante bisogno di cura che interessa un bambino! Ed è comprensibile che l'informazione di un bisogno terapeutico salva vita possa trasformarsi in una dilagante gara di solidarietà che, in casi come questo, corre sui canali di immediata comunicazione, che sono quelli dei telefoni cellulari e dei computer.Il centralino dell'ospedale Meyer è stato intasato per giorni da telefonate accorate di cittadini che si offrivano per donare il proprio sangue, appartenente a quel gruppo sanguigno.
Ma, prima ancora che il messaggio si diffondesse a macchia d'olio nei canali elettronici e telefonici, al bambino erano già state assicurate le cure trasfusionali di cui aveva bisogno, anche perché il sangue del gruppo sanguigno richiesto fa parte, come altri, delle comuni scorte dei servizi trasfusionali della regione, e sono sempre prontamente convocabili i donatori nel caso di necessità specifiche come, ad esempio, la produzione di concentrati di piastrine. Fenomeni come questo non sono nuovi nel mondo trasfusionale, perché in varie occasioni si è già assistito, soprattutto nei casi in cui è in gioco la salute di un bambino, alla diffusione di catene di messaggi che hanno continuato a girare in modo incontrollabile per settimane o addirittura mesi, sempre a fronte di situazioni in cui il bisogno di cure trasfusionali è stato tempestivamente soddisfatto.
Emblematico è stato, a suo tempo, il caso di un famoso ed amatissimo attore che, addirittura, attirò interi autobus di donatori presso un ospedale romano, mettendo in gravi difficoltà le strutture sanitarie interessate, combattute, per giorni e giorni, fra la volontà di accogliere il gesto di solidarietà di un numero straordinariamente elevato di persone e le proprie capacità materiali di farlo. In Toscana i servizi trasfusionali sono organizzati in una rete regionale guidata dal Centro regionale di coordinamento per le attività trasfusionali (CRCC), che ha sede presso la Direzione Generale del diritto alla salute di Firenze. La rete dei servizi trasfusionali è deputata a garantire l'autosufficienza regionale di sangue per tutte le necessità ordinarie e per le situazioni di urgenza e di emergenza. Se esiste una carenza di sangue in un determinato ospedale, il coordinamento regionale provvede in tempo reale a reperirlo presso altri ospedali della regione, e, in casi straordinari, anche fuori regione.
Ad esempio, nello scorso mese di gennaio, il coordinamento regionale è riuscito a supportare in emergenza due trapianti molto complessi, che hanno richiesto un consumo di oltre 400 unità di sangue, senza le quali non sarebbe stato possibile effettuare o portare a termine gli interventi. Per la gestione dello scambio di unità di sangue fra gli ospedali, oltre che per garantire gli elevati livelli di sicurezza richiesti dalla legge ed il controllo del sistema, la rete dei servizi trasfusionali dispone di un avanzato livello di informatizzazione. Fra le molte funzioni, da alcuni anni è attiva una bacheca elettronica delle disponibilità e necessità di sangue di tutto il territorio regionale, accessibile ai servizi trasfusionali ed alle associazioni dei donatori, con i riferimenti telefonici dei responsabili reperibili, in modo che in qualsiasi giorno dell'anno ed a qualsiasi ora, si possa conoscere in tempo reale dove è possibile reperire il sangue eventualmente mancante.
Altro elemento di grande importanza è che il sistema trasfusionale regionale, con la collaborazione delle associazioni del volontariato del sangue, si avvale di donatori volontari periodici, ovvero persone che donano gratuitamente il loro sangue alcune volte all'anno con regolarità. La periodicità della donazione è un elemento molto importante per la sicurezza del sangue, perché i donatori periodici sono controllati più volte all'anno, sia clinicamente che mediante gli esami per la prevenzione della trasmissione di malattie con la trasfusione.
Ecco, quindi, perché il nostro sistema ha come obiettivo prioritario l'autosufficienza programmata: per far fronte a tutte le necessità, anche in emergenza, e per mettere in atto tutti gli strumenti per la sicurezza trasfusionale.In Toscana abbiamo un esercito di oltre 130.000 donatori volontari, la maggior parte dei quali appartengono alle associazioni di volontariato che contribuiscono a garantire la programmazione della donazione del sangue presso i servizi trasfusionali e presso le unità di raccolta presenti sul territorio. Abbiamo oltre 220.000 donazioni all'anno, e, seppure in piccola misura, riusciamo anche a dare un contributo ad alcune regioni carenti del centro-sud. Ogni giorno, in Toscana, si effettuano oltre 500 trasfusioni a pazienti ricoverati, ambulatoriali o in assistenza domiciliare.
Abbiamo adottato, anche anticipando le normative nazionali, standard di controllo della sicurezza del sangue molto elevati, e per questi continuiamo a mantenere un altissimo livello di attenzione. Vogliamo ribadire ancora una volta il nostro apprezzamento per la sensazionale disponibilità collettiva manifestata per il bambino dell'ospedale Meyer, al quale va il nostro più fervido augurio di vincere la malattia, perché è una ulteriore conferma del grande spirito di solidarietà che è patrimonio inestimabile della nostra regione, ed auspichiamo che le molte persone che hanno aderito diventino donatori periodici.
Ma abbiamo sentito anche il dovere di ricordare che esiste un sistema regionale pronto a far fronte alle necessità trasfusionali 24 ore su 24. E per questo riteniamo importante raccomandare a tutti i cittadini di rivolgersi sempre agli interlocutori interessati, e non lanciare sia pur generose catene di messaggi, che diventano inevitabilmente incontrollabili e continuano a girare sui mezzi elettronici per lunghi periodi, generando false suggestioni ed aspettative. Gli interlocutori istituzionali cui rivolgersi sono: il Servizio Trasfusionale dell'ospedale più vicino, dove è possibile donare il sangue (anche se il bisogno trasfusionale è in un altro ospedale della regione), e il Centro regionale di coordinamento per le attività trasfusionali (055-4383383), che ha sempre, in tempo reale, il polso delle necessità e delle disponibilità di sangue di tutti gli ospedali della regione