Ogni giorno, nel mondo, si perdono 20 mila ettari di foreste, per un totale di 7,3 milioni di ettari all'anno. È quanto emerge dal rapporto biennale della Fao sullo Stato delle Foreste nel Mondo, (Sofo), presentato oggi a Roma, in occasione dell'apertura della 18/a sessione della Commissione Foreste dell'agenzia delle Nazioni Unite. La perdita più alta di foreste primarie negli anni compresi tra il 2000 ed il 2005 si è registrata in Indonesia, Messico, Papua Nuova Guinea e Brasile. Nello stesso periodo, 57 Paesi hanno aumentato la copertura forestale, mentre in altri 83 Paesi c'é stata una diminuzione. L'Africa e l'America Latina sono le due regioni che registrano le maggiori perdite boschive. Il continente africano, dove si concentra circa il 16% della superficie forestale mondiale, tra il 1990 ed il 2005, ha perso più del 9% delle sue foreste.
Nella regione America Latina e Caraibi, che ospita più del 47% delle foreste del mondo, nel periodo tra il 2000 ed il 2005 si è registrato un incremento della perdita netta annuale, passata dallo 0,46 allo 0,51%, mentre, nello stesso periodo, l'Europa ed il Nord America hanno registrato un aumento della superficie forestale. Dal rapporto, poi emerge, per altre zone del mondo un'inversione di tendenza rispetto ai decenni precedenti. E' il caso dell'Asia e della regione del Pacifico, dove la superficie forestale netta è aumentata nel periodo compreso tra il 2000 ed il 2005, concentrandosi principalmente in Asia orientale. In Cina, infatti, i grandi investimenti negli interventi di riforestazione hanno bilanciato l'alto tasso di deforestazione di altre zone. La desertificazione rappresenta poi un'altra minaccia per il patrimonio forestale mondiale che ammonta a circa 4 miliardi di ettari, vale a dire il 30% della superficie terrestre, (l'80% è concentrato in soli 10 Paesi). La desertificazione aumenta ad un tasso allarmante di 13 milioni di ettari all'anno, anche se l'espansione naturale dei boschi e la riforestazione hanno ridotto considerevolmente la perdita di superficie. Entro il 2020, a causa della desertificazione, il rapporto Fao calcola che 135 milioni di persone, (di cui 60 milioni solo nell'Africa sub sahariana), corrono il rischio di dover abbandonare la propria terra. Nell'Africa sub sahariana si registra il tasso di desertificazione più alto del mondo e si è calcolato che negli ultimi 40 anni si è perso il 20% della superficie coltivabile.
L'Assemblea delle Nazioni Unite dichiarò il 2006 Anno della desertificazione per tenere alta l'attenzione su questo tema e pare che stiano arrivando i primi risultati positivi dal momento che oltre 100 Paesi hanno avviato programmi forestali nazionali. In 15 anni, dal 1990 al 2005 si è perso, a livello globale, il 3% della superficie forestale mondiale, un calo medio di quasi lo 0,2%l'anno e sempre a livello mondiale circa il 70% dei 5,2 miliardi di ettari usati per l'agricoltura, sono già degradati o a rischio desertificazione. «Molti paesi hanno mostrato la volontà politica di migliorare la gestione delle foreste rivedendo politiche e legislazioni e rafforzando le istituzioni forestali - ha spiegato David Harcharik, Direttore Generale Aggiunto della Fao - maggiore attenzione è stata data alla conservazione del suolo e delle risorse idriche, alla difesa della diversità biologica ed ad altri fattori ambientali, tuttavia, va notato che i Paesi che si trovano ad affrontare le maggiori sfide per il raggiungimento di una gestione forestale sostenibile sono anche quelli con il tasso più alto di povertà e conflitti civili».