Tarik, 13 anni, vive in una casa di lamiera tenuta insieme dal fil di ferro a Sidi Moumen, baraccopoli a qualche centinaio di chilometri da Casablanca, in Marocco. Un ghetto nato 40 anni fa. Popolato da 300 mila abitanti. 1 Km quadrato per 17.000 persone.

Qui meno del 50% degli abitanti ha una vera casa. L'erogazione della luce è sospesa alle ore 16.00. Alle prime piogge la polvere diventa fango e la baraccopoli si allaga. Da questa terra nel 2003 sono partiti 4 ragazzi responsabili degli attentati di maggio. 2 di loro si sono fatti esplodere contro un ristorante spagnolo e contro un hotel; gli altri 2 hanno innescato un autobomba. Il totale delle loro vittime è stato di 43 persone.

A 12 anni Tarik ha smesso di andare a scuola. Pochi soldi per mangiare e vestirsi, scarsa la possibilità di essere curato: il primo dispensario medico è a 7 Km dalla sua baracca. Nei mesi scorsi qualcuno l'ho avvicinato per invitarlo a degli incontri. Qualcuno voleva addestrarlo a portare morte e a diventare un kamikaze. Il 6 e 7 marzo 2007 Tarik correrà su un campo di calcio al Centro Sportivo del Raja a Casablanca.

Qui troverà gli allenatori dell'Inter pronti a giocare con lui e ad allenarlo insieme a 45 amici della sua baraccopoli e di altri villaggi limitrofi. Intercampus si prenderà cura della formazione di 15 allenatori delle giovanili del Raja e di quasi 50 ragazzi, dagli 8 ai 14 anni. Un progetto siglato e voluto da Intercampus e Soleterre già da 2anni. Soleterre, dal 2003, è impegnata in Marocco, nelle zone rurali del Beni Meskine (popolo povero), con proprio personale e in collaborazione con equipe locali.

A Settat ha una sede operativa da cui coordina diverse interventi umanitari destinati all'istruzione, all'alimentazione, alla salute e al microcredito che ha permesso l'apertura di 3 cooperative per 150 donne. "Quella di Tarik - dichiara Damiano Rizzi, Presidente Soleterre - è la storia della speranza. Una speranza di pace e diritti riconosciuti portata avanti da Soleterre da oltre 4 anni grazie ad amici e partner significativi, come Intercampus, che condividono con noi principi importanti."

"Abbiamo accettato con grande entusiasmo di collaborare con Soleterre; - dichiara Massimo Seregni, Direttore Intercampus - oggi portiamo lo sport tra i giovani "calciatori" di un popolo povero. È una grande sfida che vogliamo vincere con passione e impegno per condividere i valori puliti ed importanti che il calcio da sempre vuole portare in campo."

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