E' del ceppo asiatico, e quindi potenzialmente pericoloso per l'uomo, il virus H5N1 dell'influenza aviaria scoperto per la prima volta nei giorni scorsi nei pressi di Mosca, in alcune fattorie, ed anche nel mercato degli animali di Mosca. Lo ha confermato il capo dei servizi veterinari russi Nikolari Vlassov. La notizia dell'arrivo del virus nella grande metropoli risveglia gli spettri ma gli esperti sono certi: per ora non esiste ragione di allarme e con la primavera il rischio diminuisce.

Le autorità rassicurano che sono state già prese tutte le misure necessarie e che sono in corso controlli e vaccinazioni di tutte le persone entrate in contatto con il pollame infetto o che abitano vicino alle zone dei focolai del virus. Le stesse autorità hanno anche invitato a non acquistare pollame in posti non autorizzati o da persone non autorizzate. Un'indagine è stata aperta dalla magistratura di Mosca per individuare la provenienza del virus (tutti i volatili contagiati sono stati acquistati al mercato degli uccelli) e la violazione delle norme igienico-sanitarie.

Anche l'Oms sta monitorando la situazione ma il coordinatore del progetto dell'Organizzazione mondiale della sanità, Serghei Yeremin, ha riferito di non aver ricevuto informazioni ufficiali dalle autorità. Ma i focolai di aviaria in Russia per ora non sembrano preoccupare l'Europa e nessuna comunicazione ufficiale è giunta in Italia da parte dell'Unione Europea o dall'Oie, l'organismo sulla sicurezza veterinaria, ha spiegato il sottosegretario alla salute Gianpaolo Patta ricordando che l'infezione rispetto allo scorso anno, infatti, e' diminuita in tutto il mondo e che avvicinandoci alla primavera i rischi continuano a scendere.

"Lo scorso anno - ha aggiunto - la città di Bucarest era in quarantena, piu' vicina a noi, in una zona umida". In Italia vengono fatti circa 1000 prelievi ogni mese e ad oggi nessuno è risultato positivo. Anche per i cittadini moscoviti "non vi è alcun pericolo di contagio" ha affermarlo il virologo Mauro Delogu dell'Università di Bologna. Il fatto che il virus sia stato rilevato all'interno di un mercato cittadino, ha spiegato Delogu, "non significa assolutamente un rischio di contagio per la popolazione.

La situazione non è infatti allarmante, perchè il virus H5n1 non si trasmette da uomo a uomo e, dunque, il fatto che sia entrato in citta' non costituisce un maggiore pericolo". Secondo il virologo, dove è invece necessario un piu' stretto controllo sono gli allevamenti rurali fuori da Mosca: "E' qui che il virus si e' mantenuto ed è da qui che si diffonde, complice l'atteggiamento degli allevatori che, per la comprensibile paura dei danni economici, spesso nascondono i casi sospetti rilevati nel pollame".

Proprio gli allevatori, afferma Delogu, "rappresentano la categoria di persone da monitorare con maggiore attenzione: gli sporadici casi di contagio verificatisi nel mondo, infatti, sono stati dovuti alla vicinanza ed esposizione per lungo tempo e in condizioni di promiscuità tra l'animale malato vivo e l'uomo".

Dunque, anche se dei cittadini avessero acquistato animali malati, presumibilmente subito uccisi per essere mangiati, il contatto, ha osservato Delogu, "sarebbe stato limitato e comunque non tale da far sussistere il timore di un contagio, possibile, appunto, solo in particolarissime condizioni". Naturalmente, ha concluso Delogu, "è opportuno attuare sul territorio russo delle strette misure di sorveglianza veterinaria, ma escludo la necessita' di misure di quarantena per gli uomini'.

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