ROMA - La Camera ha approvato il decreto che ridisegna la struttura della Croce Rossa Italiana, dando super-poteri al futuro presidente nazionale, ruolo a cui dovrebbe essere eletto l'attuale commissario nazionale Maurizio Scelli. I voti favorevoli, della maggioranza, sono stati 249, mentre quelli contrari, del centrosinistra, sono stati 199. Il decreto, che all'ultimo comma prevede che non abbia costi a carico del Bilancio pubblico, è stato tuttavia modificato con un emendamento che, invece, prevede spese a carico dello Stato. Il decreto in primo luogo amplia i compiti della Croce Rossa: essa potrà anche «promuovere la diffusione della coscienza trasfusionale tra la popolazione e organizzare i donatori volontari». Inoltre essa potrà svolgere «servizi sociali e assistenziali» indicati nel proprio statuto.
L'elemento più importante del decreto riguarda però la struttura della Cri, con la previsione di un presidente nazionale, cui sono attribuiti dei super-poteri. Infatti esso presiederà anche l'Assemblea nazionale dell'Associazione nonchè il Consiglio direttivo. Un altro potere del presidente, su cui c'è stato uno scontro in aula, è quello di designare il vertice del Corpo militare della Croce Rossa. L'opposizione, soprattutto con l'ex ministro e l'ex sottosegretario della Difesa, Sergio Mattarella e Marco Minniti, ha criticato questa norma chiedendone l'abrogazione con vari emendamenti, tutti respinti. Sono stati invece approvati degli emendamenti della maggioranza che restringono la discrezionalità del futuro presidente nazionale nel designare il vertice del Corpo militare. Un emendamento di Basilio Catanoso (An) prevede infatti che l'ispettore nazionale del Corpo militare venga prescelto «tra i colonnelli in servizio».