Roma, 14 febbraio 2007 - Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani non parteciperanno alla manifestazione di sabato 17 febbraio a Vicenza, organizzata per protestare contro l'ampliamento della base americana Ederle 2. La decisione delle Acli nazionali, in accordo con le Acli vicentine, è motivata innanzitutto dalla preoccupazione per le modalità di svolgimento della manifestazione, il cui carattere nonviolento - pur ribadito da molti degli aderenti - non appare sufficientemente garantito, e dal rischio concreto di una deriva ideologica anti-americana che non rappresenta certamente il sentire dell'Associazione.
Ciononostante, le Acli confermano la propria contrarietà rispetto alla nuova base Usa. Sia per la modalità assolutamente scorretta con cui si è svolto l'intero processo, fatto passare "sopra le teste" della popolazione locale. Sia per la modalità dei rapporti tra alleati che non è sembrata e non sembra ancora orientata alla necessaria trasparenza, in riferimento soprattutto alla destinazione d'uso di Camp Ederle 2.
«Siamo consapevoli - commenta il presidente delle Acli Andrea Olivero - che la decisione sulla base è stata assunta dal governo precedente, così come riconosciamo che il rispetto della parola data, negli accordi internazionali, rappresenta un valore politico. Comprendiamo, dunque, le difficoltà del governo attuale, ma chiediamo che almeno si rimettano in discussione - insieme ai cittadini - alcune questioni e si producano garanzie più forti sulla destinazione d'uso della base. Proprio perché si è alleati, certe cose si possono chiedere?ed ottenere».
Del resto, concludono le Acli, questa come altre recenti vicende suggeriscono la necessità di riportare su un piano di maggiore equilibrio, trasparenza e collaborazione i rapporti di alleanza con gli Stati Uniti.