L'Europarlamento ha approvato, durante la sua sessione plenaria in corso a Strasburgo, una risoluzione sul cambiamento climatico in cui sollecita una maggiore ambizione per gli obiettivi proposti dalla Commissione europea con il pacchetto strategico sull'energia presentato il meso scorso, e in particolare chiede di fissare al 30% la riduzione delle emissioni di gas serra che l'Ue dovrebbe conseguire entro il 2020 (rispetto ai livelli del 1990). La risoluzione, proposta dall'ex presidente della commissione ambiente del Parlamento europeo, il cristiano democratico tedesco Karl-Heinz Florenz, ha ottenuto una maggioranza schiacciante di 616 voti contro 25 e 30 astensioni.
La Commissione aveva proposto una riduzione delle emissioni di gas serra del 30% come obiettivo per i negoziati internazionali in ambito Onu sul periodo successivo all'applicazione del Protocollo di Kyoto (nel 2008-2012), ma aveva prospettato per l'Ue una riduzione unilaterale inferiore in caso di insuccesso dei negoziati, pari al 20%. Gli eurodeputati considerano che questo doppio obiettivo non aiuta il processo negoziale, e dà l'impressione che l'Ue non creda davvero nella possibilità di raggiungere un accordo internazionale. Secondo i promotori della risoluzione, invece, tutte le politiche interne dell'Unione devono essere basate sull'obiettivo della riduzione del 30% dei gas serra. Ma l'Europarlamento va oltre, e propone un taglio di ben l'80% delle emissioni, rispetto ai livelli 1990, entro il 2050.
Più a lungo termine, gli eurodeputati prospettano un ulteriore taglio delle emissioni pari al 60-80 per cento entro il 2050, tenendo sempre presente l'obiettivo di contenere entro 2 gradi centigradi l'aumento della temperatura media del pianeta durante questo secolo.