"Non si nasce violenti, lo si diventa. È tanto facile far diventare soldato un bambino, quanto è difficile fargli recuperare l'umanità perduta. Però è possibile farlo."
(Ishmael Beah, ex bambino soldato della Sierra Leone)
I rappresentanti di 58 Stati riuniti a Parigi hanno assunto l'impegno a porre fine all'arruolamento illegale e all'utilizzo di bambini nei conflitti armati.La Conferenza di Parigi, ospitata dal Governo francese e dall'UNICEF, ha riunito gli Stati colpiti dal fenomeno dei bambini soldato e i Paesi donatori, per fronteggiare l'arruolamento dei bambini e rafforzare la volontà politica necessaria a contrastarlo.
«Dalla Conferenza è emerso un notevole impegno politico per porre fine all'arruolamento illegale di bambini» ha dichiarato Rima Salah, Vice-direttore esecutivo dell'UNICEF. «Ciò che ora deve essere fatto è convogliare tale impegno e trasformarlo in azione concreta per proteggere i bambini dall'arruolamento, aiutando quelli già arruolati a superare tale esperienza e a rientrare nelle proprie comunità d'origine.»
Tra gli impegni assunti dai Governi durante la Conferenza vi è quello di non risparmiare sforzo alcuno per porre fine, in tutto il mondo, all'arruolamento illegale e all'utilizzo di bambini da parte di forze o gruppi armati, e di garantire che le procedure per la coscrizione e il reclutamento negli eserciti siano conformi alla legislazione internazionale vigente, oltre ad attuare programmi sociali efficaci, che affrontino le cause di fondo del reclutamento di bambini.
A tale scopo, durante la conferenza sono stati enunciati i cosiddetti "Principi di Parigi", una serie dettagliata di linee guida per la protezione dei bambini dall'arruolamento e per un'assistenza efficace a quelli già inseriti in forze e gruppi armati.
«Ciò che si è appreso in diversi anni d'esperienza, e che è stato oggetto di dibattito qui a Parigi, è che mentre è fondamentale affrontare la questione delle misure giuridiche atte a rispondere a livello globale al fenomeno dei bambini soldato, tali misure devono essere accompagnate da interventi di sostegno sociale per i bambini colpiti, poiché» - ha sottolineato Rima Salah - «non sarà mai possibile porre fine all'arruolamento dei bambini soldato se non si affrontano i fattori sociali che ne sono in prima istanza all'origine.»
Inoltre, alla Conferenza i governi si sono impegnati a fare ogni sforzo per sostenere e applicare i "Principi di Parigi" ogni qualvolta ciò sia possibile, nell'ambito delle loro funzioni politiche e diplomatiche e del loro ruolo umanitario e di paesi donatori.«Siamo molto colpiti dal grande impegno politico rivolto ad affrontare il fenomeno dei bambini soldato.Sappiamo che si tratta di un processo che richiederà un impegno e un sostegno di lungo periodo, ma speriamo sinceramente che segni l'inizio della fine dell'utilizzo dei bambini nelle guerre», ha concluso Rima Salah.