E' nato il primo "Tavolo" italiano per la chimica sostenibile che sancisce una vera rivoluzione culturale, ovvero il superamento del divario, molto spesso forzato, tra ambientalisti e mondo della chimica. E' stato firmato ieri a Roma il primo Accordo tra una grande associazione ambientalista legata a un network internazionale, il WWF Italia e la Società Chimica Italiana (SCI), la società scientifica di tutta la chimica italiana che annovera oltre 4.500 iscritti che svolgono ricerca e sono attivi nelle università, negli enti di ricerca, negli organi di controllo, nelle industrie e nelle scuole.

Il nuovo "laboratorio" nasce dalla consapevolezza dell'importanza di una corretta informazione delle conoscenze scientifiche prodotte dalla chimica e dalla necessità di promuovere e diffondere la migliore ricerca nel campo della chimica "sostenibile", per contribuire ad orientare le scelte dell'industria e trovare soluzioni per migliorare la qualità della vita umana e mantenere e rafforzare la vitalità dei sistemi naturali

"La nuova rivoluzione scientifica che il WWF auspica per un mondo meno insostenibile dell'attuale passa inevitabilmente anche per la ricerca chimica ed attraverso una complessiva corretta informazione scientifica rivolta ai decisori politici, alle imprese ed al grande pubblico - dichiara Michele Candotti, Segretario generale del WWF Italia - Informazione che non deve criminalizzare una scienza solo per l'utilizzo negativo che possono avere le applicazioni industriali di alcune ricerche.Oggi questi due mondi hanno cominciato a parlare e a confrontarsi".

E' inoltre fondamentale produrre nel mondo della ricerca un sempre più attivo ruolo di impegno sociale ed ambientale mirato ad applicare e rafforzare i regolamenti internazionali tesi a garantire la salute umana ed ambientale, come la Convenzione di Stoccolma sugli agenti organici inquinanti persistenti e il Regolamento europeo REACH per la regolamentazione, la valutazione e l'autorizzazione delle sostanze chimiche tossiche.

"Dialogare è importante - ha detto Francesco De Angelis, Presidente della SCI - . L'obiettivo è, per noi chimici, trasferire le competenze per dare al WWF gli strumenti per capire una realtà complessa, mentre l'ambientalismo "insegnare" a noi chimici come comunicare in modo semplice. Spero gli amici del WWF ci aiutino anche ad acquisire maggiore consapevolezza delle problematiche ambientali, una delle priorità della ricerca.

Esistono nuove frontiere della ricerca in grado di invertire la rotta di una crescente contaminazione dei sistemi naturali del nostro pianeta- Sono le frontiere della chimica sostenibile, della cosiddetta Green Chemistry, della ricerca nella chimica bioimitativa. Ciò è già avvenuto più volte in passato, basti pensare alla sostituzione dei CFC responsabili dell'assottigliamento della fascia dell'ozono o all'eliminazione del piombo nei carburanti.

"Questo accordo è una vera rivoluzione - ha detto Piero Angela, presente alla conferenza - , la chimica finora era in un "limbo" come se scontasse un peccato originale, ma la chimica è ovunque, nella nostra vita di tutti i giorni! il problema sono certi abusi che hanno in passato creato gravi problemi ambientali e un'immagine negativa a tutta la disciplina. Ciò che vediamo oggi è un ambientalismo razionale che cerca di capire le cose e promuovere la "green chemistry", la chimica attenta alle problematiche ambientali.

Gli stessi ricercatori possono essere stimolati da questa visione più matura della chimica". Il nuovo ambientalismo si basa sulle relazioni e sulle partnership, le più importanti delle quali sono nel campo della ricerca e della cultura: WWF e SCI sono convinte che se non vi è una cultura diffusa, innovativa e capace di costruire il futuro, basata sulle migliori conoscenze scientifiche disponibili non possa esservi neanche una politica degna di questo nome.

La firma dell'accordo è solo il primo atto di una collaborazione che potrà svilupparsi in sinergia di azione e concordanza di obiettivi. I composti chimici di origine umana costituiscono una straordinaria innovazione dell'era moderna: senza gli avanzamenti della chimica oggi non avremmo raggiunto incredibili successi nel campo della medicina, dell'industria e della disponibilità di una serie amplissima di prodotti di uso quotidiano: eppure è alla chimica che sono spesso associati tra i peggiori disastri ambientali degli ultimi decenni.

Vale anche la pena menzionare l'incredibile diffusione di tantissimi composti chimici prodotti dall'uomo che i sistemi naturali non sono in grado di "metabolizzare" e che persistono nell'ambiente e nel nostro organismo. E' questo il rovescio della medaglia: con la nostra azione abbiamo immesso nei sistemi naturali oltre 80.000 composti chimici, i cui effetti sui sistemi naturali e sulla salute dell'uomo troppo spesso non sono noti.

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