ROMA Entro la fine del 2005 potrebbe partire dall'Italia il primo carico di rifiuti nucleari pericolosi. Entro il 2007, invece, potrebbe essere completata l'operazione export, che, iniziata ieri, dovrebbe durare in totale 3 anni: il 2005 dedicato a pratiche burocratiche e autorizzazioni e gli altri due al trasporto vero e proprio. Il materiale (1.300 elementi), viaggerà in speciali contenitori corazzati (da un minimo di 62 a un massimo di 81) preferibilmente su treno. E c'è anche l'ipotesi che il carico venga diviso tra Francia e Inghilterra per risparmiare tempo. Questi, secondo valutazioni dei tecnici Sogin, i tempi sul trasporto all'estero delle 235 tonnellate di combustibile irraggiato che si trova negli impianti nucleari di Trino Vercellese e Saluggia (Piemonte) e Caorso (Emilia Romagna). La maggior parte del carico prenderà la via della rotaia sia per questioni logistiche sia per la sicurezza. Gli speciali contenitori che trasporteranno il materiale, chiamati in gergo «cask», hanno uno spessore di 20 cm, sono lunghi 4 metri e hanno 2 metri di diametro. Per questo carico eccezionale dovrebbero contenere tra i 16 e i 21 elementi ciascuno. Per fare un esempio, per il combustibile di Saluggia, il precedente contratto prevede l'invio di 20 elementi ogni 5 settimane. La macchina dell'operazione è già pronta. Adesso le scorie che viaggiano su rotaia hanno un convoglio battistrada seguito, a una decina di minuti di distanza, dal convoglio che trasporta i «cask» quindi arriva il convoglio con il personale specializzato di Sogin, Agenzia per la protezione dell'Ambiente, Vigili del Fuoco, Ferrovie dello Stato e forze dell'ordine. Il trasporto è affidato a una società di trasporti su strada, per il passaggio dalla centrale alla stazione, da Trenitalia, quindi dalle Ferrovie francesi ed eventualmente dalla Bnfl per il passaggio sulla Manica in caso di destinazione Inghilterra. Per quanto riguarda i rischi, i tecnici Sogin rassicurano: «Per Saluggia l'Arpa regionale ha certificato zero impatto ambientale, quindi stiano tranquilli tutti quelli che sollevano dubbi di pericolosità ». Ma prima del trasporto effettivo, va oliata la macchina della burocrazia. Per la pubblicazione del decreto e dell'ordinanza i tecnici Sogin pensano a non meno di una trentina di giorni. Quindi partirà la gara internazionale, e sono altri 60 giorni, poi altri 3 mesi per l'aggiudicazione e si arriva a metà 2005. Scattano poi tutte le procedure per ottenere le autorizzazioni. Iter che per Saluggia, per esempio, ha richiesto 6 mesi. Entro la fine del 2005 potrebbe quindi presumibilmente partire il primo carico. Ancora non è assolutamente possibile stabilire invece da dove si inizierà in quanto dipende dalle esigenze dell'impianto destinatario. Il trasporto dall'Italia dovrà anche tenere presente la capacità programmata e del tipo di combustibile richiesto (visto che è diverso a seconda delle centrali) dall'impianto stesso. Tra le ipotesi, anche la divisione a metà del combustibile, tra Francia e Inghilterra per accelerare i tempi. A Caorso il sindaco Fabio Callori, 41 anni, (Forza Italia) alla guida da pochi mesi dell'amministrazione comunale, non nasconde la soddisfazione per la fine di un incubo. Sul fatto che le scorie rimangano lontane dall'Italia Wwf e Greenpeace contestano: «Il nuovo decreto sta solo esportando il problema e dà l'illusione di una soluzione che in realtà è tuttaltro che definitiva. Va ribadito, infatti - dicono le associazioni - che ciascun Paese è responsabile dei rifiuti nucleari che ha prodotto e che le scorie riprocessate in Francia o Inghilterra dovranno tornare in Italia per la loro collocazione definitiva. A quel punto l'unica scelta possibile sarà quella di un deposito nazionale di superficie, che sia facilmente controllabile e reversibile, scelta questa sostenuta da anni dal mondo scientifico e dagli ambientalisti». La Provincia di Sondrio, 20 dicembre 2004

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