Una sparizione significa svanire, cessare di essere, andare persi. Ma gli scomparsi non sono semplicemente finiti nel nulla. Qualcuno, da qualche parte, sa cosa e' accaduto loro. Qualcuno e' responsabile. Nei circa 70 anni trascorsi dal 1941, quando Adolf Hitler concepi' il crimine di sparizione forzata, centinaia di migliaia di persone sono state vittime
delle ?sparizioni' in quasi la meta' dei paesi del mondo. Purtroppo, questo orrendo crimine continua a essere perpetrato ancora oggi in tutte le regioni del pianeta.

La Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate, adottata per consenso dall'Assemblea generale dell'Onu il 20 dicembre scorso, rappresenta il culmine di uno sforzo tenace per contrastare, mediante gli strumenti del diritto internazionale, il problema delle sparizioni forzate. Dopo molti anni di preparazione, la redazione e l'adozione di un testo complesso nel tempo record di quattro anni, sono la testimonianza dell'impegno e della dedizione di molte Organizzazioni non governative e di altrettanti governi.

La nuova Convenzione, di cui domani a Parigi si apre il processo di ratifica, chiede a ogni Stato parte, ogni qualvolta una persona sospettata di aver eseguito una sparizione forzata in qualsiasi parte del mondo si trovi sotto la sua giurisdizione territoriale, di sottoporre il caso alle proprie autorita' giudiziarie per l'avvio di un procedimento, a meno che lo Stato parte estradi il sospetto verso un altro Stato o lo consegni a un tribunale penale internazionale.

La Convenzione, inoltre, obbliga ogni Stato parte ad assicurare che il proprio sistema legale preveda il diritto alla riparazione per le vittime di una sparizione forzata; chiede a ogni Stato parte di istituire garanzie rigorose a tutela delle persone private della liberta', compreso il divieto assoluto di detenzione segreta; affronta i problemi della ricerca degli ?scomparsi' e della sofferenza dei loro figli e familiari; istituisce, infine, un comitato di esperti col compito di controllare l'applicazione della Convenzione e di intraprendere azioni su casi individuali.

In termini di potenziale efficacia, la Convenzione e' uno dei piu' potenti strumenti in materia di diritti umani mai adottati dall'Onu. Amnesty International chiede a tutti gli Stati di ratificarla senza indugio e di introdurre, coerentemente con gli obblighi internazionali assunti, norme attuative efficaci, in uno sforzo congiunto per porre fine a una delle peggiori violazioni dei diritti umani.

In una lettera al ministro degli Affari esteri, Massimo D'Alema, la Sezione Italiana di Amnesty International ha auspicato che ?l'Italia vorra' essere tra i primi paesi a ratificare la Convenzione'.

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