Un'altra informazione è possibile. A lanciare il messaggio e una proposta d'azione è la Caritas, dopo la chiusura del World Social Forum che si è svolto dal 20 al 25 gennaio a Nairobi.
"Mentre nel nostro Paese assistiamo ad un'informazione sempre meno sociale e sempre più scandalistica, incapace di mettere a fuoco le vere priorità, la Caritas rilancia un messaggio di speranza che arriva dal Forum di Nairobi", si legge nel comunicato odierno.
Caritas presenta una proposta d'azione insieme a i centri di informazione non profit di Nairobi Koinonia Community, Radio Waumini e Kutoka network
"I flussi di informazione nel mondo sono nelle mani di poche grandi agenzie di stampa e potenti multinazionali della comunicazione che rispondono a specifici interessi economici e politici. Questo succede, in modo particolare, durante una guerra o un conflitto dove "la prima vittima è la verità": il livello e la qualità delle informazioni che raggiungono il mondo è strettamente collegato agli interessi sopra citati e lo stesso possiamo dire per i processi di pace, molti dei quali, specialmente in Africa sono "dimenticati" quanto le guerre".
"Durante il Forum Sociale Mondiale nei diversi seminari, e in particolare a quello sulle relazioni tra i mass media e le guerre, la problematica è stata discussa e i partecipanti si sono confrontati sull'importanza di creare e rafforzare flussi di informazione per la pace, per i poveri, in una parola per i senza voce.
Per questo pensiamo sia urgente:
1.identificare fonti di informazione alternative: società civile, movimenti e organizzazioni di base, chiese locali, se possibile, in tutte le zone del mondo.
2.Rafforzare le capacità delle sopra citate fonti di informazione attraverso percorsi formativi per migliorarne le competenze comunicative e di lavoro in rete.
3.Rafforzare la capacità dei media locali (radio, giornali, riviste, agenzie di stampa, ecc.) per dare voce ai poveri e agli emarginati.
4.Sostenere una rete di fonti di informazione e media locali, attendibili e indipendenti.
5.Sviluppare canali di comunicazione tra fonti di informazione, i media locali nel mondo e i media alternativi internazionali specialmente sulle tematiche dei "Sud": povertà, guerre, ambiente, ecc.
6.Offrire al mondo flussi di informazione più attendibili, qualificati e completi che ascoltano la voce dei poveri e degli emarginati.
7.Fare pressione sull'opinione pubblica e i grandi media internazionali perché considerino con maggiore attenzione le informazioni provenienti dai canali e dalle fonti alternative, in una parola dai senza voce.
"Crediamo fermamente che "un'altra informazione è possibile", conclude la Caritas.