Amnesty International ha chiesto oggi l'immediato e incondizionato rilascio di Karim Amer,il primo blogger egiziano rinviato a processo per aver critto testi critici nei confronti delle autorita' religiose dell'universita' al-Azhar, del presidente Mubarak e dell'Islam.Amer, ex studente di al-Azhar, rischia fino a 10 anni di carcere per ?diffusione di Informazioni lesive dell'ordine pubblico e dannose nei confronti della reputazione del paese', ?incitamento all'odio verso l'Islam' e ?diffamazione del presidente della Repubblica'.

?Il processo di Amer sembra avere lo scopo di mettere in guardia altri blogger che osano criticare il governo o usano i loro blog per diffondere informazioni che le autorita' considerano una minaccia alla reputazione del paese' - ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del programma Africa del Nord e Medio Oriente di Amnesty International. ?Siamo in una fase molto pericolosa, poiche' sempre piu' spesso i blogger egiziani postano informazioni sulle violazioni dei diritti umani nel paese, come la tortura e la violenza della polizia durante le manifestazioni pacifiche'.

Il processo, che riprende oggi, e' iniziato il 18 gennaio di fronte al tribunale di Maharram Bek, ad Alessandria. Amer e' stato incriminato per violazione degli articoli 102, 176 e 179 del codice penale. Amnesty International chiede da tempo al governo del Cairo di abolire queste e altre norme che, in violazione degli standard internazionali, prevedono pene detentive per il mero esercizio dei diritti alla liberta'
d'espressione, pensiero, coscienza e religione.?Consideriamo Karim Amer un prigioniero di coscienza, processato solo per l'espressione pacifica delle sue opinioni sull'Islam e sulle autorita'religiose di al-Azhar.

Per questo, chiediamo il suo immediato e incondizionato rilascio' - ha precisato Smart.Amer era gia' stato in carcere nell'ottobre 2005, per 12 giorni, sempre a causa dei contenuti del suo blog, karam903.blogpot.com. In quell'occasione, aveva postato commenti sull'Islam e sulla violenza religiosa esplosa nel quartiere di Maharram Bek, ad Alessandria, dopo che in una chiesa copta era stato proiettato un video ritenuto anti-islamico.

Alcuni mesi dopo il rilascio, nel marzo 2006, Amer era stato espulso dall'universita' di al-Azhar per aver usato ?espressioni blasfeme' nei confronti ell'Islam. In seguito, il 7 novembre, sempre su iniziativa delle autorita' religiose ell'universita', il pubblico ministero di Maharram Bek aveva ordinato il suo arresto, fino all'apertura del processo. Durante il periodo di detenzione, Amer e' rimasto in isolamento e ha potuto vedere i suoi familiari solo la settimana scorsa.

Quello di Karim Amer e' uno dei tanti casi di prigionieri di coscienza incarcerati solo per aver esercitato, attraverso Internet, il diritto alla liberta' d'espressione. In loro favore, Amnesty International ha lanciato la campagna mondiale irrepressible.info. Nell'ambito di questa campagna, la Sezione Italiana ha diffuso in questi giorni un nuovo rapporto, intitolato ?La rete che cattura', nel quale denuncia tra l'altro la collaborazione di Yahoo!, Microsoft e Google nella repressione del dissenso in Cina.

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