Si sono rivelati tutti negativi i controlli effettuati negli ultimi cinque anni in Italia per scoprire l'eventuale presenza - vitata nel Belpaese - di pelli provenienti da cani e gatti su capi di abbigliamento, bordi di pelliccia o ancora interno di giubbotti. In Europa invece, e' ancora possibile acquistare articoli di vestiario, calzature o ancora giocattoli, fabbricati con pelli di questi animali domestici importati essenzialmente dall'Asia e prodotti con metodi disumani.

I ministri dell'agricoltura hanno affrontato la questione a Bruxelles sulla base della proposta della Commissione europea di mettere al bando le pellicce di cani e gatti e i loro prodotti dal mercato europeo. Il ministro alle politiche agricole, alimentari e forestali Paolo De Castro e' intervenuto nel dibattito per ribadire la necessita' che gli obiettivi della proposta non vengano messi in discussione da eventuali deroghe che, secondo l'Italia, avrebbero come unico risultato di indebolire la portata della misure e di minare la credibilita' del consiglio di fronte alle richieste dei cittadini.

Anche il commissario europeo alla sanita', Markos Kyprianou, ha ricordato al termine dei lavori del consiglio Ue, che sono proprio i cittadini europei i primi a chiedere di mettere fine a questa situazione. L'Italia e' stato il primo paese in Europa a vietare, con decisione del 2001, l'importazione e la commercializzazione di pellicce di cane e di gatto e ha sempre sostenuto l'esigenza di armonizzare queste regole a livello comunitario.Attualmente in 15 paesi membri dell'Ue sono in vigore leggi che limitano la produzione delle pellicce sotto accuso o il commercio di prodotti che ne fanno uso.

Tuttavia, proprio da alcuni partner del nord Europa - che in generale sono fortemente sostenitori del benessere degli animali viene la richiesta di deroghe che consentano la commercializzazione di pellicce di cani e gatti non allevati a fini commerciali (ad esempio, ad uso terapeutico per reumatismi). Si tratta tra l'altro di Germania, presidente di turno dell Ue, di Danimarca e Svezia.Kyprianou e' comunque convinto che un accordo a difesa del benessere degli animali da compagnia sara' raggiunto entro il prossimo giugno.

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