Ci sono giovani calciatori africani che, non potendo entrare in Italia perché non potrebbero giocare nelle squadre italiane, sono parcheggiati in paesi come la Romania e l'Albania in attesa del loro turno. La denuncia è venuta al Forum sociale mondiale da alcuni esponenti del mondo sportivo locale, in particolare della Repubblica Democratica del Congo e della Sierra Leone. Il fenomeno - riferisce Filippo Fossati dell'Uisp (Unione italiana sport per tutti) che su questo intende chiedere un'indagine al governo ed al Coni - non riguarda solo l'Italia ma anche altri paesi europei come la Germania, la Francia, il Belgio. Dai paesi africani partono centinaia e centinaia di giovani sportivi ogni anno, selezionati in palestre e campetti, da procuratori più o meno ufficiali.
Il loro arrivo nei paesi ricchi non è sempre felice: a volte vengono utilizzati, soprattutto nel pugilato, per l'allenamento degli atleti europei fino a quando hanno la prestanza fisica. Per quanto riguarda invece il calcio - continua Fossati - questi giocatori africani o vengono sottopagati o non pagati affatto e poi liquidati senza alcun rispetto contrattuale. La norma che fissa un tetto massimo di giocatori stranieri in Italia «non impedisce quindi una sorta di mercato della tratta nello sport». Esiste poi il fenomeno degli sportivi spariti, di cui non si conosce il numero esatto. E in Africa riguarda sia la migrazione esterna sia interna. Ciò che è certo «quando tornano nel loro paese sono persone senza lavoro, hanno difficoltà di reinserimento, in molti casi sono molto invecchiati».

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