FIRENZE - Manca una normativa comunitaria specifica sul fenomeno dell'abuso all'infanzia. Per questo ieri legislatori ed esperti di sanità e servizi sociali dei Paesi europei e di Stati Uniti e Canada e rappresentanti Onu, Unicef e Oms si sono incontrati a Firenze nel primo Seminario europeo sui sistemi di monitoraggio sull'abuso all'infanzia, promosso da ChildONEurope, Rete europea degli osservatori sull'infanzia, il cui segretariato ha sede presso l'Istituto degli Innocenti. L'obiettivo è andare a identificare parametri efficaci e condivisi dei sistemi di monitoraggio nazionali e di raccolta dati in materia di abuso all'infanzia. "Per poter studiare e contrastare in Europa l'abuso all'infanzia, - spiegano infatti gli esperti - in tutte le sue forme, servono maggiori dati conoscitivi e sistemi omogenei di valutazione e intervento, condizione indispensabile per poter garantire una maggiore tutela e protezione dei bambini, come stabilito dalla Convenzione Onu del 1989, ratificata dagli Stati europei, ma in ritardo nella sua applicazione".
L'incontro è stata l'occasione per presentare l'indagine svolta da ChildONEurope nei 25 Paesi membri per verificare la situazione delle leggi e dei sistemi di rilevazione dell'abuso minorile e conoscere le esperienze positive in atto. Attualmente, hanno spiegato, non è possibile avere un quadro conoscitivo sull'abuso minorile in Europa. Solo tre Stati dell'Ue hanno organizzato un "Sistema di Registrazione", ossia una registrazione sistematica di ogni bambino vittima di maltrattamento e abuso. Questo avviene nel Regno Unito, tramite il Dipartimento della Salute e dei Servizi personali e sociali e le autorità locali, in Irlanda, tramite Dipartimento di Salute e Bambini e nei Paesi Bassi con un sistema regionale di rilevazione. In Italia si rileva solo l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori ma non è possibile quantificare altre forme di violenza come l'incuria e il maltrattamento perché le statistiche non distinguono tra cittadini maggiorenni o minorenni. Esiste tuttavia un progetto pilota sviluppato dal Centro Nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza che sta sperimentando l'uso di schede comuni di rilevazione del
fenomeno nei servizi sociali mentre sono anche in corso esperienze positive a livello regionale (Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Toscana).
Sempre in Italia inoltre l'Osservatorio contro la pedofilia e la pedo-pornografia del Ministero per le Politiche della Famiglia (la cui coordinatrice, Cinzia Grassi, è presente al Seminario) sta sviluppando un progetto per creare una banca dati sui casi di abuso e sfruttamento sessuale dei minorenni, mettendo assieme le informazioni prodotte dalle amministrazioni centrali e decentrate.
Per il Governo italiano hanno partecipato al Seminario Chiara Giacomantonio, responsabile del Settore Minori della Polizia di Stato e Adriana Ciampa del Ministero della Solidarietà Sociale. La Commissione europea ha avviato un processo per sviluppare una strategia europea per la tutela dei diritti dei minori, in cui ChildONEurope è coinvolta assieme a Consiglio d'Europa, Eurostat e Unicef, partendo proprio dalla necessità di armonizzazione la raccolta dei dati nelle tematiche più sensibili.