Le ecomafie che distruggono la vita insieme all'ambiente sono paragonabili a dei veri e propri assassini. È il pensiero di Luigi Ciotti, presidente di Libera, intervenuto ieri sera ad un convegno su questo tema promosso a Roma dai giovani dell'Udc. «Il quinto comandamento - don Ciotti - non dice "non uccidere", ma "non assassinare", nel senso di non far morire intenzionalmente una vita umana. Ma è proprio questo che le ecomafie fanno».
Il presidente di Libera ha poi ripreso i dati del rapporto Ecomafie 2006, stilato da Legambiente e citato dagli stessi promotori del convegno in apertura del dibattito. Dati da cui emerge che nel 2005 si sono verificati tre reati ogni ora contro il patrimonio ambientale, vi è stato un giro di affari di oltre 22 miliardi di euro e quasi 19 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono scomparsi nel nulla.
Ma già in queste prime settimane del 2007, ha rilevato ancora don Ciotti, sono state compiute ben 10 operazioni a livello nazionale contro questa stessa forma di criminalità organizzata.
Sempre citando Legambiente, Ciotti ha inoltre rilevato che, se si accumulassero tutte le tonnellate di rifiuti speciali scomparsi dal 1997 al 2002, si potrebbe costruire una montagna alta quanto l'Everest. Don Ciotti ha infine ricordato come dalle proposte uscite dagli Stati generali antimafia vi sia stata anche quella di introdurre nel codice penale i delitti contro l'ambiente, per prevenire e contrastare appunto le ecomafie e la criminalità ambientale.