Confagricoltura è pronta ad abbandonare il tavolo di conronto sulla vertenza per il prezzo del latte. Troppi i rinvii, troppe anche le discussioni interminabili che dopo due mesi non hanno ancora portato alla definizione di una cifra. L'annuncio è stato dato ieri, nel corso di un incontro svoltosi a Cagliari, dal presidente regionale dell'associazione Gigi Picciau. «Da tempo, con la mediazione positiva di Soru continua la trattativa», spiega, «ma ormai dobbiamo perseguire altre strade e pensiamo di toglierci da un tavolo-scontro, anche perché ormai sono tanti i tavolini sparsi». Il riferimento, chiarissimo, è all'incontro che si sarebbe dovuto tenere oggi a Sassari tra industriali, cooperazione e associazioni di categoria e che invece è stato rinviato alla prossima settimana. «Abbiamo partecipato attivamente agli incontri del tavolo interprofessionale», aggiunge il direttore regionale di Confagricoltura, Maurizio Onorato, «ma se questo accordo non arriva, ci alziamo e ce ne andiamo. La Regione ha fatto la sua parte e di più non poteva fare. La trattativa sta andando per le lunghe ed è evidente che si vogliono dilatare i tempi». Un accordo ritenuto "difficile" da Confagricoltura per la quale sarebbe necessario battere altre strade: le leggi nazionali per il sostegno alla crisi e lo stoccaggio di un certo quantitativo di formaggio. L'associaizone di categoria ha anche stimato che 30 o 40 milioni di litri di formaggio non verranno ritirati, mentre molti pastori pur di disfarsi della materia prima stanno cedendo il prodotto addirittura a 40 centesimi. L'associazione ha anche parlato degli altri problemi che sta affrontando il settore: la peste suina, la virosi del pomodoro, la blue tongue, il costo dell'acqua. E nonostante una vendemmia "qualitativamente buona", come la definisce Picciau, e di alta qualità, non tutto va bene. «Un milione di quintali di uva per 30 mila ettari non consentono una resa ottimale, proprio perché il momento è difficile». La ricercaMa il mondo dei campi ha anche altri problemi. Confagricoltura ha elaborato una ricerca, in collaborazione con l'Agenzia del lavoro, per esaminare il passaggio aziendale di padre in figlio. Molte imprese agricole sono "anziane" e un dato statistico è di grande interesse: come cresce l'età del proprietario, diminuisce il reddito. Occorre "svecchiare" la campagna, anche perché, rispetto a precedenti rilevazioni, sono in aumento gli agricoltori con un'età media superiore ai 55 anni Su 106.369 persone che conducono un'azienda agricola, 154 hanno meno di 20 anni, 3.485 sono fra i 30 e i 34 anni, 7.709 sono fra i 40 e i 44, mentre quasi 39.000 hanno un'età superiore ai 64 anni. Il passaggio aziendaleEsiste una difficoltà reale per il trasferimento dell'azienda da padre in figlio, nonostante alcune misure comunitarie ne facilitino il passaggio. Sono stati osservati ostacoli sotto il profilo burocratico. L'obiettivo della ricerca è quello di far conoscere la normativa che favorisce il subentro: il decreto legislativo 185 del 2000 con contributi a fondo perduto (50% dell'investimento) o mutui agevolati. I beneficiari sono giovani tra i 18 e i 35 anni che intendono subentrare a un parente (entro il secondo grado) nella conduzione dell'impresa agricola, o giovani agricoltori tra i 18 e i 35 anni subentrati nell'azienda da non più di un anno dalla data di presentazione della domanda di ammissione alle agevolazioni. Vi accedono quelli che presentano progetti di sviluppo e consolidamento dell'azienda. Proprio per far conoscere gli strumenti legislativi, la Confagricoltura ha anche predisposto un sito per far conoscere il progetto: www.confagricoltura.sardegna.it. Alessandro Atzeri L'Unione Sarda, 17 dicembre 2004

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