A Roma Amnesty International, assieme alla Fandango (produttrice del film -documentario "Road to Guantanamo"), ha voluto richiamare l'attenzione con tute arancioni, sul modello di quelle indossate dai detenuti, i "terroristi combattenti" del carcere cubano. Tre attivisti di Amnesty erano legati inginocchiati e imbavagliati in una gabbia di transenne, allestita a imitazione delle famigerate fotografie, le poche rese pubbliche dall'interno del carcere. Anche il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon ha chiesto la chiusura del carcere di Guantanano: "Come il mio predecessore, sono convinto che la prigione di Guantanamo debba essere chiuso... ma mi sembra che il presidente Bush sia anche lui favorevole alla sua chiusura" - ha affermato. "Guantanamo è assurto a simbolo internazionale di violazione dei diritti umani, condotta dagli Stati Uniti e da altri Paesi nel contesto della guerra al terrorismo. Amnesty chiede la chisura di Guananamo e il processo in tempi rapidi per i 400 detenuti. Si deve ristabilire il primato della legge e il rispetto dei diritti umani in tutti i centri di detenzione nel mondo" - spiega Riccardo Noury, portavoce italiano di Amnesty International. "I detenuti di Guantanamo, dal momento che vengono incarcerati, entrano in un vero e proprio limbo giuridico, si trovano fuori dal territorio americano e dalla legge che tutela i cittadini statunitensi, le stesse parole utilizzate per definirli, 'combattenti terroristi', li pongono fuori dalla Convenzione di Ginevra". E non si pensi che a Guantanamo si resta per poco, Guantanamo può diventare una fase di vita" - ha aggiunto Paolo Pobbiati di Amnesty. Per l'occasione l'organizzazione umanitaria ha diffuso alcune cifre che riguardano Guantanamo e i presunti "combattenti nemici" ospiti a Guantanamo. Sono 775 gli individui che sono stati rinchiusi a Guantanamo dall'11 gennaio 2002 e attualmente sono 400 sono i detenuti di 35 nazionalità diverse che si trovavano. Amnesty International chiede all'Europa più chiarezza sulla vicenda delle 'entraordinary rendition', le operazioni segrete con cui la Cia ha trasferito persone sospettate di terrorismo da un Paese ad un altro anche con la collaborazione di alcuni paesi europei. "L'Unione europea - si legge in un comunicato diffuso a Bruxelles - ha impiegato quattro anni per chiedere la chiusura di Guantamano. Dall'anno scorso non ha nemmeno rinnovato questa richiesta, mentre e' evidente ora che alcune delle persone detenute arbitrariamente nella base Usa lo sono grazie all'aiuto di alcuni stati Ue. "L'Unione europea - si legge nel comunicato - non ha risposto a questa sfida finora, ma nei prossimi sei mesi la Germania puo' cambiare la situazione. Assumendosi responsabilità in relazione a rapimenti ben documentati che hanno coinvolto cittadini tedeschi sarebbe un primo passo, che darebbe un esempio forte".

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