Per fortuna i bambini SOS possono contare su molte persone straordinarie. Oltre a tutti i donatori che li sostengono e alle mamme SOS di cui abbiamo parlato negli anni passati, c'è tutto il personale SOS "sul campo". La vita di queste persone è molto impegnativa perché non conosce orari e limiti di nessun genere. I bambini vengono accolti con tutte le esigenze e le richieste di attenzione che sono totali, 24 ore su 24. Oggi vorremmo parlare di Joseph El Sewedy, Direttore del Villaggio SOS di Sferai in Libano, in rappresentanza degli oltre 450 Direttori di altrettanti Villaggi SOS distribuiti in ogni parte del mondo. Professionalmente ed umanamente molto preparati, i Direttori gestiscono l'intera struttura del villaggio, il personale, gli operatori, i collaboratori, i volontari, si preoccupano di tenere i rapporti con i servizi sociali e le autorità locali oppure con i genitori dei piccoli accolti al villaggio, quando questo è possibile. La maggior parte di loro vive all'interno del villaggio stesso, con la propria famiglia, il villaggio diventa quindi la loro comunità. Dal momento che vita privata e vita professionale si fondono fino a diventare un'unica cosa, la scelta di diventare Direttore di un Villaggio SOS è una vera e propria scelta di vita. I Direttori rappresentano il villaggio non solo perché lo gestiscono ma perché ne fanno parte a pieno titolo, condividendo gioie e dolori di ogni singolo nucleo familiare. Quante volte anche i direttori dei Villaggi SOS italiani ci hanno raccontato di essere magari chiamati nel bel mezzo della notte da un'educatrice perché un bambino non si sente bene. Tutto ciò diventa ancor più impegnativo quando si lavora in un paese in guerra, in una situazione di costante emergenza, come il Libano.

Nel 1975 scoppia in Libano la guerra civile che sconvolge il paese per decenni. Nonostante questo, o meglio, proprio per questo, i Villaggi SOS, operativi dal 1974, decidono di continuare il proprio lavoro e di costruire strutture per soccorrere i bambini in gravi difficoltà. Le famiglie SOS di questi Villaggi sono però costrette a vivere in isolamento per parecchi anni: la situazione politica è spesso talmente tesa che tutte le strade sono chiuse per lunghi periodi a causa del pericolo. Joseph El Sewedy è Direttore del Villaggio SOS di Sferai dal 1992. Inizia a collaborare con SOS Villaggi dei Bambini in Libano nel 1990, come assistente proprio al direttore del Villaggio SOS di Sferai, inaugurato nel 1981. Padre di 2 figli di 17 e 19 anni, che vivono con lui all'interno del villaggio, El Sewedy è abituato a convivere con la guerra, i missili che spesso hanno sfiorato il villaggio e le difficoltà di trasporto del materiale e dei generi di prima necessità a causa della chiusura o distruzione delle vie di comunicazione. "Qui a Sferai siamo abituati alle guerre; durante la guerra civile eravamo proprio in prima linea, le fazioni si combattevano letteralmente sopra le nostre teste. Eravamo tagliati fuori dal resto del Libano perché questa area era sotto il controllo delle truppe israeliane ed era molto difficile e pericoloso per chiunque volesse venire qui.

Era persino estremamente difficile portare le persone all'ospedale. Era terrificante quando i nostri bambini dovevano andare a scuola attraverso strade pericolose; eravamo in ansia e la paura che lo scuolabus venisse bombardato sulla strada per la scuola svaniva solo quando i bambini tornavano a casa al sicuro".
Nel corso della guerra civile la routine giornaliera per El Sewedy e per tutte le persone all'interno del villaggio era veramente difficile; ogni piccola cosa doveva essere affrontata con una attenzione e uno sforzo particolari.

L'area in cui sorge il Villaggio SOS di Sferai è stata una delle ultime in Libano a trovare pace; ci sono stati bombardamenti e combattimenti nelle vicinanze fino al 2000, sebbene la guerra fosse finita in gran parte del paese pochi anni prima. Nel recente conflitto iniziato il 12 Luglio 2006 invece all'interno del villaggio si potevano sentire gli aerei sorvolare le case e i bombardamenti nelle aree vicine. Subito dopo l'inizio della guerra a Beirut, il direttore ha dovuto da subito far fronte alle necessità del villaggio; ha immagazzinato cibo, carburante e medicine, cercando di preparare tutti il più possibile alla possibilità che la guerra potesse diventare un conflitto prolungato. In quell'occasione le famiglie di due mamme SOS sono andate ad abitare al Villaggio; venivano dal sud e dalla periferia sud di Beirut, dove i bombardamenti erano più pesanti. La maggior parte dei bambini che non avevano genitori biologici stavano in un primo momento dai loro parenti ma successivamente il Direttore li ha richiamati tutti al Villaggio perché era molto più sicuro. El Sewedy era preoccupato specialmente per la possibile evacuazione del villaggio, non sapendo dove avrebbe portato i bambini e come li avrebbe trasportati. Anche in una situazione di questo tipo e confrontandosi con il pericolo giorno dopo giorno, il Direttore del villaggio ha sempre il bambino al centro del suo pensiero.

"Tutti gli operatori e i volontari del villaggio erano impegnati per distrarre i bambini il più possibile. Abbiamo organizzato varie attività per loro, come disegno ed attività manuali, lezioni di ballo, giochi ed attività di gruppo; abbiamo tentato di ridurre al minimo l'esposizione alla televisione per chiunque nel villaggio e di impedire alle persone di vedere brutte immagini, che mostravano solamente case bombardate, bambini morti e ogni genere di tragedia.

Nonostante questo alcuni bambini erano terrorizzati. Avevano problemi a dormire ed incubi notturni; alcuni hanno iniziato ad avere problemi di incontinenza notturna. Grazie a Dio però non abbiamo patito come altri, non eravamo direttamente attaccati o bombardati".

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