Le persone che soffrono di allergie e di intolleranze alimentari sono ogni anno in costante aumento. Circa il 90% delle allergie viene attribuita a 8 alimenti: latte vaccino, uova, crostacei, pesce, arachidi, soia, frutta con guscio, cereali. L'elenco degli allergeni alimentari è comunque molto più ampio (è stato documentato che oltre 160 altri alimenti possono causare forme allergiche).
Con il recepimento della Direttiva 2003/89/CE è obbligatorio per i produttori indicare in etichetta i seguenti ingredienti e le sostanze da loro derivate, responsabili di allergie ed intolleranze alimentari: cereali contenenti glutine, crostacei, uovo, pesce, arachide, soia, latte, frutta con guscio, sedano, senape, semi di sesamo, anidride solforosa (la vendita dei prodotti non conformi alla Direttiva 2003/89/CE è vietata a decorrere dal 25 novembre 2005, mentre i prodotti immessi sul mercato o etichettati prima di tale data possono essere venduti fino ad esaurimento delle scorte). La dichiarazione in etichetta è obbligatoria, indipendentemente dalla loro quantità, ad eccezione dell'anidride solforosa per la quale è fissato un limite di 10 mg/kg.
L'indagine condotta dal Movimento Consumatori e cofinanziata dalla Fondazione CRC e dalla Camera di Commercio di Cuneo, ha voluto evidenziare alcuni aspetti del problema. L'attenzione è stata posta sia su additivi in grado di causare intolleranze alimentari sia su alimenti che causano vere e proprie allergie.
Complessivamente sono stati prelevati, da MC di Cuneo, con la supervisione di Alessandro Occelli, tecnico agroalimentare che collabora con l'associazione, campioni di 133 prodotti alimentari e su questi sono stati effettuate 131 analisi relativa alle sostanze allergeniche e 13 analisi relative alla ricerca di riso ogm.
Su 120 campioni analizzati, 27 (22,5%) presentavano allergeni non dichiarati. Risulta evidente come contaminazioni accidentali nella fase di produzione possono determinare la presenza di quantità piccole, ma comunque perfettamente rilevabili di allergeni. Allo stesso modo la complessità della composizione di molti alimenti (numerosi ingredienti, additivi, etc.) rende difficile garantire l'assenza di allergeni.
In sostanza si è verificato come l'etichetta da sola non è in grado di garantire la protezione totale di persone allergiche.
"Un'azienda alimentare che si basi solo su controlli cartacei e di tracciabilità - ha spiegato Occelli, curatore dell'indagine per MC - non può garantire del tutto l'assenza di sostanze allergeniche. E' necessario, per limitare il più possibile il rischio per il consumatore, che le aziende alimentari inseriscano nel loro piano di autocontrollo un'attenta valutazione dei punti critici ed un numero adeguato di controlli analitici". "A questi controlli - ha affermato Beppe Riccardi, esperto di sicurezza alimentare del Movimento Consumatori - bisognerebbe aggiungere quelli effettuati dalle autorità competenti sulle etichette. A nostro parere solo in questo modo è possibile tutelare in modo efficace un consumatore affetto da allergie".