Di CORONA PERER
Studia da casa, collegato in videoconferenza con le medie Degasperi che solo un
anno fa frequentava regolarmente. Non ha mai perso un giorno di scuola,
nonostante la sua compagna di viaggio: la leucemia.
Loris, 12 anni, la affronta con coraggio e determinazione. Nel tempo libero
disegna, dipinge, legge, gioca con i Lego. Quando a scuola sono le 8 e suona la
campanella, Loris si siede sul banco che campeggia in salotto davanti alla tv:
iniziano le lezioni. Il "prof" spiega, a volte lo interroga e talvolta ci scappa
anche lo scherzetto fra compagni. Quando c´è compito in classe anche lui è chino
sul foglio, mentre mamma è in cucina.
Dietro a tutto questo c´è la grande forza di una famiglia unita e la sensibilità
delle istituzioni.
C´è una madre che affronta con fede la situazione, un padre coraggioso che non
vacilla, una figlia sensibile che accetta di farsi da parte perché è Loris ora
ad avere bisogno. E poi c´è la scuola che si fa in quattro per assicurargli la
continuità didattica. Infine Provincia e Comune che accettano di far la loro
parte. Non capita sempre. Non capita ovunque.
Proprio vero che il Signore tutto non dà e tutto non toglie. La storia della
famiglia De Oliva lo dimostra.
Papà Cesare, 44 anni, vuole solo ringraziare. Suo figlio conduce una vita quasi
normale: non è poco quando si a che fare con una malattia come la leucemia. Ma
nonostante ciò la media dei voti di Loris è rimasta quella di sempre: tra le più
alte della classe. Inoltre studiare lo ha aiutato a sopportare meglio la sorte,
a non piegarsi sul suo fisico e sul male, a passare il tempo, a essere
integrato. Collegato con webcam, ogni mattina vede sfilare i compagni. «Buon
giorno Loris!». Con loro non ha mai perso contatto, tanto che nel registro non è
mai stata scritta la parola "assente". Perché Loris c´è, tutti i giorni,
compatibilmente con le forze fisiche e con le cure, spesso debilitanti, che il
corpo deve sostenere.
Quando arriviamo sono le 10. La professoressa di matematica sta spiegando ai 21
alunni: 20 + 1. Loris è sul banco con quaderno e libro aperti. E´ come entrare
in classe: dall´altro capo avvertono l´intrusione della stampa e ci salutano. Il
tutto grazie alla tecnologia: attrezzature e software (telecamera, televisione e
un modem speciale, il router) che la famiglia ha potuto acquistare grazie alla
Provincia e che ora fa parte della dotazione scolastica della scuola. «Ora
servono a Loris» spiega il prof. Trainotti «ma in futuro potranno essere messi a
disposizione per casi analoghi». La continuità educativa si garantisce così.
«E´ vero che anche a Padova c´è la scuola in ospedale, ma andavamo a periodi
alterni per le cure» spiega mamma Carmen, una giovane donna di 40 anni che non
ha perso sorriso e speranza. Lavorava come bidella, ma ora è in aspettativa per
stare accanto a Loris. Papà Cesare è invece progettista di impianti. È la sua
confidenza con la tecnologia che gli ha fatto pensare che qualcosa si poteva
fare per alleviare con la scuola la giornata del figlio. Il quale - a dire il
vero - era un pelino perplesso all´inizio. «Forse sperava di evitare il peso
scolastico in questo frangente» commenta la mamma «ma siccome è un ragazzo ligio
al dovere poi ha capito, anzi lo ha fatto volentieri e devo dire che in qualche
modo ciò lo ha distolto positivamente». C´è anche da considerare che Loris si
collega in libertà, quando le condizioni glielo consentono. Ma la voglia di
incontrare i compagni, quella c´è sempre: ogni mattina.
«Vive questa opportunità gioiosamente e altrettanto ci sembra accada tra i
compagni che sfilano a salutarlo a inizio e fine lezione, o nella ricreazione".
Far diventare scuola la casa non deve essere stato facile. La mamma durante
l´orario evita di usare l´aspirapolvere o il frullatore. Ma lo fa volentieri.
«Quello che vorremmo dire raccontando la nostra storia è che soluzioni come
questa sono possibili» dicono Cesare e Carmen. «Magari c´è chi non sa come fare,
ma noi diciamo che non solo è possibile, ma se le istituzioni sono coinvolte
sanno fare la loro parte». La scuola di solito mette a disposizione un
insegnante di sostegno a domicilio ma non ci sarebbe l´interazione
alunno-classe. Loris nella sua sfortuna è dunque un ragazzo fortunato. E quando
è necessario sono i docenti a raggiungerlo a casa per valutazioni più
approfondite.
Gli effetti si stanno intanto facendo sentire: Loris è positivo, sereno, è
persino in ripresa sul male. La sua purtroppo è stata una ricaduta tanto anomala
quanto rara: a 8 anni aveva avuto un linfoma guarito positivamente perché preso
in tempo, ma quest´estate durante le vacanze in campeggio improvvisamente sono
comparsi degli ematomi. Il male era degenerato in leucemia, una recidiva che ha
pochi precedenti in letteratura. Mamma e papà, però, non si sono persi d´animo.
«Già a settembre ho discusso con il professor Trainotti la possibilità di
studiare un progetto sperimentale di videoconferenza che è il primo caso in
Trentino» racconta Cesare de Oliva interrotto da Loris che gli sale in braccio:
la campanella è suonata. C´è ricreazione. La classe sfida davanti alla webcam e
ognuno spontaneamente passa a dire "ciao Loris". Pausa merendina.
Loris va in camera a prendere i piccoli lupi che decora a mano e li mostra
orgoglioso. «Me li compra papà, io li assemblo e poi li coloro» dice. Nel tempo
libero oltre a dipingere, disegna (la sua passione), legge oppure gioca. «Ogni
tanto vengono anche i miei compagni a trovarmi». Alla domanda se sia contento di
poter studiare con i tuoi compagni, risponde con disarmante normalità.
«Il sistema non è male, ma preferivo dormire la mattina». Come dargli torto?
Forza Loris, tifiamo anche noi per te.
L'Adige, 12 dicembre 2004