Ancona città a misura d'uomo? Chiedetelo ai disabili! Troppi disagi rilevati da chi è costretto in carrozzina.
I primi imputati sono gli uffici bancari. Rarissimi quelli che presentano un ingresso dedicato, ancor di più quelli muniti di rampe per agevolare il passaggio ai disabili. Nella maggior parte dei casi gli ingressi risultano sbarrati ai portatori di handicap da alti e numerosi scalini, che talvolta - vedi il caso di corso Stamira - non risparmiano neppure gli sportelli bancomat. Ma scorrendo i negozi che si affacciano sulla spina dei corsi, siano essi tabaccai, librerie o anche farmacie, è quasi di rito trovare il gradone sulla soglia, che suona quasi come un implicito cartello di divieto di accesso per molti. Tra i più contestati c'è il nuovo negozio di abbigliamento Zara, inaugurato pochi giorni fa nel palazzo un tempo sede di Standa e Oviesse. Qui, a fronte di un comodo ascensore interno, entrambi gli ingressi, sia su corso Garibaldi che su corso Mazzini, risultano però contrassegnati dai gradini. E non va meglio al parcheggio Stamira, sottostante piazza Pertini, dove la presenza del montacarichi viene vanificata, almeno in parte, dal fatto che esso parta solo dal piano intermedio. Quanto al normale transito sulle strade cittadine, poi, la triste palma del marciapiede più impercorribile alle carrozzine, ma anche alle mamme con un passeggino, va a via Scrima, il cui tratto iniziale, peraltro prospiciente la sede della II Circoscrizione, è costellato di gradini. Così come quelli che impediscono l'accesso agli uffici dell'Associazione Parco del Cardeto in via Magenta.
Una situazione di disagio che si trasforma in vero e proprio calvario quando ad essere presi in considerazione sono i pubblici uffici. L'annoso caso del Tribunale Minorile di via Cavorchie, ricavato all'interno dell'ex scuola elementare e materna Mazzini e fino allo scorso anno costellato di barriere architettoniche e completamente sprovvisto di misure per facilitare l'ingresso ai portatori di handicap, sembra essere stato in parte risolto dalla ristrutturazione dell'ala che un tempo ospitava la sala mensa della vecchia scuola. Qui sono a disposizione ascensori ed elevatori meccanici, che renderanno finalmente un ricordo le udienze nel cortile antistante gli uffici giudiziari, nonchè i trasferimenti di peso dei disabili ai piani superiori in cui hanno sede le aule per le audizioni.
Ma quella delle ex Mazzini rimane un'eccezione. Accedere alla biblioteca comunale "Benincasa" è, difatti, praticamente impossibile per i portatori di handicap. Gradoni insormontabili ostruiscono gli ingressi sia dal lato di piazza del Plebiscito, sia in via Bernabei. Un problema reso ancor più rilevante dal protrarsi dei cantieri per la ristrutturazione dell'arco di Carola, che tolgono spazio alla già angusta sede stradale della via e di corso Matteotti. La musica non cambia presso la sede del Rettorato dell'Università degli Studi in corso Stamira: nei porticati è stato brillantemente risolto il problema dei piccioni con delle reti a difesa delle volte, ma per i disabili è ancora calvario. Anche qui ci pensano le scale a rendere off limits i locali interni, che spesso ospitano convegni e conferenze di interesse. Così come le scale del Palazzo degli Anziani crearono non pochi problemi all'accesso del gallerista Roberto Farroni in occasione di un convegno. Da allora tutto è rimasto uguale. Così come arduo, altresì, rimane varcare la soglia del Conservatorio Musicale "Pergolesi": è necessario superare tre alti scalini che di fatto vanificano gli scivoli appositamente creati in via Zappata per agevolare i disabili.
GILBERTO MASTROMATTEO
Corriere Adriatico, 13 dicembre 2004