ROMA Anche enti locali e pubbliche amministrazioni devono richiedere alle banche di essere risarciti della pratica anoticistica (il calcolo degli interessi sugli interessi) sui conti a debito. Lo sostiene l'Adusbef in una nota, nella quale sottolinea come «oltre ad imprenditori, commercianti, piccoli imprenditori di credito portati al fallimento, ci sono anche gli enti locali e le pubbliche amministrazioni, come Comuni, Province e Regioni, le cui tesorerie sono state in rosso per centinaia di miliardi e che hanno il sacrosanto dovere, anche per non incorrere in eventuali denunce da parte degli amministrati, di richiedere alle banche gli interessi percepiti illegalmente con il ricorso ad "usi bancari" sfociati negli abusi». Intanto, prosegue l'Adusbef, «Tribunali della Repubblica continuano ad emettere sentenze immediatamente esecutive a favore degli usurati correntisti. Ultimo caso, una condanna al SanPaolo Imi a restituire 150 mila euro di interessi illegali alla ditta Sacol». L'associazione presieduta da Elio Lannutti ricorda anche che dal propro sito internet sono state scaricati in poco più di un mese circa 500.000 moduli per richiedere alle banche la restituzione bonaria degli interessi illegali. E che «ha dato mandato alla rete di legali (circa 176) presenti sul territorio, di depositare migliaia di citazioni, per conto dei correntisti che si sono rivolti all'associazione per tutelare i loro diritti». Non solo i privati, afferma l'Adusbef, ma anche per le pubbliche amministrazioni «è doveroso chiedere alle banche il ricalcolo degli interessi e farsi risarcire. Il Messaggero, 12 dicembre 2004

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