"Il principale imputato dell'inquinamento atmosferico nel nostro Paese continua a essere il trasporto stradale - dichiara Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente -. Secondo il rapporto della Commissione Nazionale Inquinamento atmosferico del Ministero dell'ambiente, a Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Palermo il traffico contribuisce per ben il 70% delle emissioni di PM10, l'inquinante più diffuso e pericoloso per la salute umana. Mentre la seconda fonte è il riscaldamento, che varia da un contributo del 26% al nord all'8% al sud. Negli ultimi dieci anni, inoltre, le emissioni da CO2 da trasporto stradale sono aumentate del 18%, contribuendo nel 2004 a più del 22% del totale nazionale di emissione del principale gas serra. E' quindi evidente - continua Della Seta - come nelle nostre città sia urgente invertire la rotta, con interventi strutturali sulla mobilità cittadina, più efficaci dei disorganici blocchi del traffico e delle targhe alterne che ogni inverno si susseguono con scarsi risultati. Il vero obiettivo rimane quello di ridurre il numero di veicoli in circolazione, incrementando il trasporto pubblico, per migliorare non solo l'aria ma anche la qualità della vita nei centri urbani e la salute dei cittadini".
E se in Italia i dati sulla qualità dell'aria sono tutt'altro che rassicuranti, al di fuori dei confini nazionali la situazione non è assolutamente migliore, come dimostra il nuovo rapporto "Ecosistema Europa" di Legambiente e Istituto Ambiente Italia sullo stato di salute di 26 città europee. Solo Saragozza in Spagna, Tampere e Turku in Finlandia non hanno mai superato i limiti europei per nessuno dei tre inquinanti NO2, O3 e PM10. Per quanto riguarda gli ossidi di azoto solo 6 città (Heidelberg, Goteborg, Tampere, Turku, Nicosia, e Saragozza, pari al 23% delle città considerate) rientrano all'interno del valore limite medio annuo, mentre 20, il 77% delle aree monitorate, hanno registrato, almeno in una centralina, una concentrazione media annua superiore ai limiti di legge. Le situazioni peggiori si registrano a Londra e Parigi, rispettivamente con 110 µg/mc e 104 µg/mc. Il limite medio annuo del PM10 per il 2005 viene superato da 11 città, pari al 46% del campione che ha fornito il dato. Considerando infine il valore obiettivo di 20 µg/mc al 2010 solo la città di Turku rientrerebbe nel limite. Per quanto riguarda l'ozono le città che hanno superato la soglia di legge sono state Parigi (81 giorni di superamento contro i 25 previsti dalla legge), Milano (65), Napoli (65), Vienna (56), Roma (51), Praga (40), Lione (31) e Goteborg (28).
Sul fronte normativo le ultimissime novità sull'inquinamento atmosferico che arrivano dall'Europa sono molto più rassicuranti rispetto a qualche settimana fa. Infatti, il Consiglio d'Europa il 23 ottobre scorso ha deciso di tornare ai 35 giorni di superamento di PM10 all'anno che il Parlamento europeo aveva inopinatamente alzato a 55. Visto che nessuno riusciva a raggiungere i limiti imposti si volevano spostare in avanti le scadenze temporali per il rispetto dei limiti, alzare le concentrazioni limite e aumentare il numero dei giorni di sforamento.
Una vera e propria follia, secondo Legambiente, considerando gli ormai accertati danni sanitari dovuti all'esposizione all'inquinamento atmosferico. Secondo un recente studio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) su 13 città italiane, infatti, le concentrazioni misurate dal 2002 al 2004 sono state tra le più alte in Europa. E così gli impatti sulla salute. Considerando tutte le cause di mortalità legate ad effetti cronici (esclusi gli incidenti), lo studio dimostra inoltre che se il valore medio annuo di polveri sottili fosse al massimo di 40 µg/mc si risparmierebbero 2270 morti, mentre se tale valore scendesse a 20 µg/mc (obiettivo stabilito inizialmente dalla direttiva europea per il 2010) le morti risparmiate salirebbero a 8220.
Con Mal'Aria, Legambiente torna così a sollecitare l'attenzione di cittadini e amministrazioni. Con iniziative in tutta Italia, dalla sensibilizzazione delle persone a proposte politiche per una mobilità sostenibile e la vivibilità cittadina: blitz di protesta, biciclettate in mascherina anti-smog per richiedere più piste ciclabili e meno automobili, cordoli umani sulle corsie preferenziali per richiedere la protezione delle stesse ed evitare l'invasione delle automobili private e, ancora, monitoraggio delle infrazioni da traffico, lotta ai Suv, sciopero del respiro e mobilitazione dei pedoni.
L'azione anti-smog di Legambiente agisce su tanti temi e, oltre alla denuncia, vuole far nascere proposte concrete. Come imporre provvedimenti, anche locali, miranti l'applicazione di filtri anti-particolato (FAP) ai motori diesel più inquinanti e obbligo nazionale di applicazione del filtro sui veicoli diesel nuovi; far passare leggi regionali e nazionali, ma anche delibere comunali di limitazione del traffico anche, ma non solo, in funzione antinquinamento (come la tassa d'ingresso in città ma anche la tariffazione proporzionale alla vicinanza dal centro; delibere anti-SUV in città...); promuovere in maniera determinata scelte di trasporto individuale e collettivo più sostenibili: mezzo pubblico, treno e metropolitane, bicicletta ma anche il car sharing e il car pooling.
"Nonostante il cronico superamento dei limiti di legge - conclude il presidente di Legambiente - l'Italia non ha ancora messo in moto politiche strutturali nella lotta all'inquinamento atmosferico; la tutela della salute dei cittadini non sempre è una priorità nelle agende politiche e i cittadini delle medie e grandi città, non sembrano voler abbandonare la ?cultura dell'automobile', spesso perché non esiste una reale alternativa. Ma gli strumenti per invertire la rotta ci sono. E ci sono città, soprattutto in Europa, che li stanno attuando. Quello che, da noi, è mancato finora è stato il coraggio delle pubbliche amministrazioni di fare scelte concrete in questo senso".