2013 - Dalle Prefetture
Attraverso enti convenzionati la possibilità di sostituire la pena detentiva o pecuniaria con attività lavorative non retribuite utili per la collettività.
Favorire l'accesso a un lavoro socialmente utile invece della condanna penale. E' questo l'obiettivo del protocollo per la promozione dei Lavori di Pubblica Utilità che è stato presentato oggi alla stampa presso il Palazzo di Giustizia di Firenze dal presidente del Tribunale Enrico Ognibene, dal prefetto Luigi Varratta e dal presidente dell'ordine degli Avvocati Sergio Paparo.
Il protocollo, che applica alcune disposizioni legislative tra le quali il codice della strada, è stato sottoscritto lo scorso 24 gennaio dal Tribunale di Firenze, dalla procura della Repubblica, prefettura, questura, comando provinciale dei Carabinieri, provincia di Firenze, ordine degli Avvocati di Firenze, camera penale e provveditorato regionale per l'amministrazione penitenziaria.
Il progetto prevede, per una serie di reati, che la pena detentiva o pecuniaria possa essere sostituita da un'attività lavorativa, non retribuita, utile per la collettività, da svolgere presso lo Stato, le regioni, gli enti locali e le associazioni assistenziali e di volontariato. Per i condannati sono previsti anche degli 'effetti premiali' nel caso che il lavoro sia eseguito con esito positivo, accrescendo così la funzione rieducativa della pena.
In particolare, ad esempio, per chi è stato trovato alla guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, il buon esito della misura alternativa comporta l'estinzione del reato, il dimezzamento del periodo di sospensione della patente e la revoca della confisca del veicolo.
Il ruolo della prefettura nel progetto è quello di informare i trasgressori del codice della strada (nel momento in cui viene adottata nei loro confronti la sospensione cautelare della patente) che hanno la possibilità di rivolgersi al Tribunale, presso l'ufficio per i lavori di pubblica utilità (ULPU), per contattare gli enti convenzionati a concordare un programma di lavori non retribuiti alternativi alla pena.
«Dalla prefettura sono partite già numerose comunicazioni - ha spiegato il prefetto Luigi Varratta - e il prossimo passo sarà quello di valutare il feed-back del progetto, appena si riunirà il tavolo di coordinamento tra tutte le istituzioni che lo hanno firmato».