La propensione al risparmio più bassa di Francia e Germania.

Infografica a cura di Lidia Baratta e Carlo Manzo

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Le famiglie più povere sono quelle che abitano in case in affitto. I giovani i più penalizzati

Uno stipendio basso, troppo basso per riuscire a vivere dignitosamente. A pensarlo sono due famiglie italiane su tre, il 65% del totale. Venticinque punti percentuale in più del 1990. È la povertà italiana che cresce, spinta da una crisi economica che erode il potere d'acquisto dei redditi e rende sempre più fragili. Soprattutto se si tratta di giovani sotto i 35 anni. Lo dicono due studi pubblicati dalla Banca d'Italia, "Le difficoltà del risparmio nelle valutazioni delle famiglie italiane" e "Il risparmio e la ricchezza delle famiglie italiane durante la crisi".

I più colpiti sono i nuclei con un capofamiglia giovane. Le famiglie di under 35 povere sono il 29% contro il 12,8% del campione totale. Nel 1991 erano rispettivamente il 5,8% e il 9 per cento. Cresce anche la quota di giovani poveri sia per reddito che per ricchezza (variabile che include anche il possesso di una casa): dal 2008 al 2010 la percentuale è aumentata di oltre quattro punti.

E se lo stipendio non basta, a diminuire è anche la propensione al risparmio, storicamente elevata in Italia rispetto agli altri Paesi. Ora invece l'Italia si trova al di sotto di Francia e Germania, che hanno mantenuto un tasso stabile. Dal 2008 al 2010 la percentuale è calata dal 12,1% al 9,7% del reddito disponibile lordo. Nello stesso periodo il tasso di risparmio delle famiglie con case in affitto (senza alcuna abitazione di proprietà) è diminuito dal 5 all'1 per cento del reddito. Mentre per i proprietari di casa, la propensione al risparmio si è ridotta solo di un punto.

A fare fatica nel risparmio sono soprattutto i giovani, tra contratti atipici e stipendi anomali. La propensione al risparmio dei nuclei con capofamiglia di età inferiore a 35 anni è calata a picco, dal 17,8 del 2008 al 13,5 per cento del reddito del 2010.

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