Como. L'8 marzo è stato quest'anno anticipato dalla notizia della nascita di una bambina già con l'Hiv che ora pare controllare il virus senza necessità di farmaci (cura funzionale). Una buona notizia per la ricerca, ma la verità è che i bambini e le bambine hanno il diritto di nascere sani, oggi si può e si deve fare in modo che sia così, sempre. Solo pochi mesi prima, leggendo l'ultimo rapporto dell'Istituto superiore di Sanità sullo stato dell'epidemia da Hiv, avevamo appreso che in due anni, il 2010 e il 2011, in Italia sono nati registrati ben 30 casi di hiv pediatrico. Un numero allarmante che mostra la necessità di ricominciare a ragionare seriamente sulla relazione fra donne e Hiv.
Nel 2011 la donna più giovane che ha ricevuto una diagnosi di Hiv aveva 16 anni. La più anziana ne aveva 76. Delle nuove diagnosi di Hiv che hanno riguardato donne (circa un terzo del totale, ovvero di 4mila l'anno) oltre il 14 per cento aveva meno di 25 anni, e oltre il 22 per cento ne aveva più di 45. Che siano giovani o meno, le donne acquisiscono l'infezione dal proprio partner in oltre il 70 per cento dei casi, mentre il 76 per cento dei maschi lo acquisisce in rapporti occasionali. Del totale delle donne che hanno una diagnosi di Hiv, il 3 per cento la riceve in gravidanza. Se la diagnosi è anche di Aids, si sale al 10 per cento.
Tutti questi numeri parlano di scarsa consapevolezza e informazione, di vulnerabilità, e pretendono interventi mirati.
Lo scorso anno la Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids ha promosso il Progetto Donna, con testimonial Elena Di Cioccio e una enorme partecipazione da parte del mondo dello spettacolo, non solo ma soprattutto nella sua parte femminile. Persone che hanno dimostrato sensibilità ma anche l'esigenza che di certe cose si parli, sempre, a tutte. Perciò la Lila ha proseguito e implementato la campagna, a cominciare dalla produzione di materiali informativi, cartacei e web, per le donne, che saranno in distribuzione da questo 8 marzo, e dal potenziamento della promozione al femminile delle Helpline (dove delle circa 7.500 telefonate arrivate tra gennaio e settembre 2012, solo il 15,43 per cento erano di donne).
Come ogni 8 marzo, e non solo, la Lila ricorda l'importanza fondamentale, nella prevenzione dell'Hiv, delle altre malattie sessualmente trasmissibili e delle gravidanze, l'uso dei preservativi. Sia maschili che femminili. Il Femidom, che continua a essere un oggetto sconosciuto per le donne in Italia, verrà come sempre distribuito nelle iniziative delle sedi territoriali della Lila (consultabili all'indirizzo http://www.lila.it/it/iniziative.html). Lila Trento ne invierà uno, per conoscenza, a tutte le consigliere regionali, provinciali e dei maggiori Comuni, per ricordare che le politiche di prevenzione non sono esclusiva del governo centrale e che molto possono fare anche le amministrazioni locali.
Con le donne, per le donne, contro l'Hiv.
Valentina Avon | Ufficio Stampa Lila
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