Dalla Tarsu alla Tares passando per la Tia. Cambiano i nomi, ma non la "qualità" della gestione dei rifiuti , con la conseguenza di tariffe fuori controllo: negli ultimi 5 anni, i costi sono pressoché raddoppiati a Salerno e Reggio Calabria, e aumenti record si sono registrati anche a Napoli, Bari, Trapani, Roma, Avellino. Guarda l'infografica e scarica il Dossier Rifiuti (http://j.mp/WvX3bW).
Il commento (http://j.mp/13I5Qd7)
In Italia la gestione dei rifiuti meno funziona e più la si paga, e le tariffe sono fuori controllo
Dalla Tarsu alla Tares passando per la Tia, in Italia la gestione dei rifiuti non cambia e le tariffe sono fuori controllo: negli ultimi 5 anni, i costi sono pressoché raddoppiati a Salerno e Reggio Calabria, e aumenti record si sono registrati anche a Napoli (+87%), Bari (+63,5%), Trapani (+55%), Roma (+53%), Avellino (+51%).
In attesa di conoscere l'effettivo peso per le tasche dei cittadini dell'incognita Tares, non passano indifferenti gli ultimi colpi di coda di Tarsu e Tia, che "salutano" con un incremento del 2,8% su base nazionale rispetto all'anno passato. Il record a Bari (nel 2012 la Tarsu è aumentata del 30% rispetto al 2011), seguita da Messina (Tarsu: +22%) e Firenze (Tia: + 21%).
Giunto alla sua sesta annualità, lo studio curato come sempre dall'Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva analizza il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani in termini di costo sopportato da una famiglia-tipo di tre persone.
Su www.cittadinanzattiva.it è possibile scaricare il dossier completo.
In media, nel 2012 una famiglia-tipo ha sostenuto una spesa di 253?, con un aumento addirittura del 17% con riferimento al 2007.
Al di là di numeri e classifiche, lo studio mette in luce due tristi realtà, che dovrebbero suonare come altrettante priorità da affrontare per la classe dirigente chiamata a governare il Paese.
Da un lato, infatti, emerge con tutta evidenza di quanto sempre più la gestione del ciclo dei rifiuti sia emblematica delle tante contraddizioni di cui è vittima il nostro Paese: il servizio non migliora mentre i costi sopportati dalle famiglie sono sempre maggiori.
Dall'altro, che l'Italia sconta un ritardo ormai grave e conclamato rispetto al resto d'Europa. Da noi, solo il 34% dei rifiuti urbani viene recuperato, rispetto alla media europea del 40%, e la metà dei rifiuti prodotti finisce in discarica, mentre in Europa viene mediamente conferito in discarica il 38% dei rifiuti.
Non riciclare in misura adeguata non comporta soltanto costi ambientali, perdite di competitività e maggiori costi gestionali, ma anche il rischio di multe a carico degli Stati membri dell'Unione europea per mancato adeguamento alla normativa discariche, e l'Italia detiene purtroppo il triste primate nel numero di procedure d'infrazione avviate. L'ennesimo messaggio recapitato al nuovo Governo, nella speranza che nell'affrontare questi temi avvii un percorso partecipato aperto anche alla società civile.
Tiziana Toto