Nuovo governo, nuovo Parlamento. Dopo le elezioni di febbraio, per la prima volta è presente in Camera e Senato un nutrito gruppo di ex-dirigenti del terso settore. Un bene o un male? "C'è speranza che qualcosa cambi tra non profit e politica" commenta il Presidente Focsiv Gianfranco Cattai "ma solo ad alcune condizioni..." .
di Martina Pieri
Le elezioni del 2013 sono diventate una sfida anche per molti volti del terzo settore, che per la prima volta si sono candidati in varie liste. Diversi di loro sono stati eletti al Senato e alla Camera dei Deputati. Del nutrito gruppo di candidati, circa una trentina, ce l'hanno fatta poco meno della metà.
E' il caso di Andrea Olivero, entrato al Senato con la Scelta civica per Monti, ed ex presidente Acli; di Luigi Marino anche lui al Senato con Monti, e presidente Confcooperative. Di Roberto Cociancich, eletto con il PD e presidente mondiale Scout cattolici e di Emma Fattorini, della Comunità di S. Egidio. Alla Camera ci sono più nomi: Paolo Beni, presidente Arci, con il PD; Laura Boldrini portavoce dell''Unhcr, con SEL di Vendola; Edoardo Patriarca con il PD, presidente del Centro nazionale per il volontariato e dell'Istituto italiano della donazione; Bruno Molea con Monti, presidente Aics; Filippo Fossati con il PD, presidente Uisp; Flavia Piccoli Nardelli con PD, segretario generale dell'Istituto Luigi Sturzo; Ilaria Buitoni Borletti, Scelta civica per Monti, presidente di Fai; Mario Marazziti, Scelta civica per Monti, portavoce della Comunità di Sant'Egidio; Mario Sberna, Scelta civica per Monti, ex presidente Associazione famiglie numerose.
Tra gli ex deputati, rientrano in Parlamento anche Ileana Argentin, Luigi Bobba e Luigi Manconi, presidente dell'Associazione ''A buon diritto''.
"La loro nomina rappresenta un riconoscimento del ruolo che il terzo settore può giocare come motore di sviluppo - dichiara il portavoce del Forum del Terzo Settore, Pietro Barbieri - nel rinnovamento della classe dirigente e del modo di intendere l'amministrazione della cosa pubblica, ma anche come importante e auspicabile apertura alle tematiche sociali fino ad oggi escluse dall'agenda politica."
Dello stesso parere è anche Gianfranco Cattai, presidente Focsiv, a cui abbiamo chiesto come cambia e se cambia, grazie a questi nuovi parlamentari, il rapporto tra non profit e politica.
"Diciamo che c'è la speranza che qualcosa cambi. E questa speranza è data da tre fattori: il primo riguarda il comportamento individuale di ogni parlamentare che ha avuto esperienza nel terzo settore, ci si aspetta una coerenza personale con tutto ciò che essi hanno fatto e sono diventati nel tempo. In secondo luogo, grazie a questa esperienza c'è la possibilità di un arricchimento di vision dei partiti, speriamo che ci sia una sorta di ?contaminazione' dell'apparato politico classico. Infine, a prescindere dal gruppo parlamentare di appartenenza ci auspichiamo un fronte comune orizzontale, una collaborazione trasversale, tra i parlamentari del terzo settore, sperando che certe analisi vengano prima della posizioni politiche, perché i nuovi parlamentari del terzo settore, prima di questa esperienza, hanno condiviso un approccio partecipativo."
La parola chiave per Gianfranco è quindi speranza, "lo è soprattutto - sostiene - in questa fase di disorientamento, a prescindere dalla politica. Dico questo perché il disorientamento oggi è duplice: quello verso l'approccio al bene comune e quello al mondo reale. Soprattutto quest'ultimo disorientamento ci spaventa molto, dimentichiamo il mondo reale. Chiunque arrivi in politica, dal terzo settore deve tenere bene a mente queste due priorità bene comune e mondo reale, un mondo che ha al centro l'uomo, la qualità della vita, l'economia e il lavoro, che è la giusta via per la dignità dell'uomo."