Dalla tavola rotonda organizzata dal Politecnico di Milano e dall'associazione Ingegneria senza Frontiere in occasione della presentazione del Corso di Formazione sulle Iniziative Generatrici di Reddito, sembra emergere una risposta positiva a questa domanda. Il gruppo di lavoro Sviluppo Senza Frontiere che vede coinvolte l'associazione di Studenti Camerunensi di Milano e ISF-MI in partenariato con altre associazioni di migranti e organizzazioni lombarde propone un nuovo approccio alla cooperazione: il co-sviluppo, un paradigma cooperativo che mette al centro le comunità di migranti, non come destinatari, ma come veri protagonisti e fonte di competenze e conoscenze.
Ed è ecco che entra in gioco il business sociale: in un mondo in cui la crisi del welfare diviene sempre più acuta, l'efficacia dei governi statali ed internazionali nel garantire l'accesso ai servizi di base è sempre minore, un mondo vessato dalla crisi economico-finanziaria si grida a gran voce l'esigenza di nuovi modelli di cooperazione, ma anche e soprattutto di imprenditoria. L'impresa sociale è un'entità in grado di intercettare, declinare e rispondere ai bisogni sociali insoddisfatti attraverso la creazione di progetti redditizi; è un approccio in cui la massimizzazione del profitto diviene non più fine ultimo dell'agire, ma un mezzo per la creazione di benessere sociale.
Nel 2012 si è riscontrata una fortissima presenza di lavoratori migranti all'interno dell'impresa sociale.
Lo schema dell'imprenditoria sociale ha infatti una caratteristica imprescindibile: deve prevedere dei modelli di governance inclusivi con il coinvolgimento attivo dei beneficiari, che divengono poi clienti, proprio perché sono quest'ultimi ad avere in mano la chiave di lettura del contesto in cui si va ad agire. L'impresa sociale offre quindi nuove possibilità occupazionali ai soggetti migranti, ma non semplicemente in qualità di forza lavoro, ma essi stessi come imprenditori sociali. Un'altra considerazione emersa durante il workshop ci porta nella direzione del connubio business sociale e cooperazione: è un'evidenza che lo sviluppo umano abbia tempi ben più lungi rispetto a quelli di un singolo progetto. Per superare questo ostacolo è necessario implementare attività gestite localmente che sopravvivano ai singoli progetti e che si muovano nell'ottica dell'auto-sostenibilità, svincolandosi dalla mera donazione, e di una programmazione di medio-lungo periodo.
Il Corso di Formazione sulle Iniziative Generatrici di Reddito è diretto proprio alle comunità di migranti presenti nel nostro Paese ed è gratuito poiché inserito nel progetto Sostegno allo Sviluppo attraverso le Migrazioni finanziato dal Comune di Milano. Questo ciclo formativo volto a fornire le competenze necessarie per la programmazione e implementazione di iniziative generatrici di reddito è solo la prima fase del progetto che ne prevede una seconda di trasferimento delle competenze nei Paesi di provenienza (così come presupposto dall'approccio del co-sviluppo) e una terza attività di sperimentazione e supporto alle iniziative imprenditoriali nei Paesi di provenienza.
In uno scenario come quello italiano in cui le politiche pubbliche appaiono incapaci di relazionarsi con i soggetti migranti, l'assenza di servizi anche in quest'ambito può essere colmata dallo strumento nuovo, ma quanto mai in crescita, dell'impresa sociale.
I relatori al termine dei loro interventi hanno però lanciato una richiesta, che suona quasi come una sfida: il prossimo governo sarà in grado di apportare le giuste modifiche tanto alla Legge sull'Impresa Sociale quanto a quella sulla Cooperazione Italiana allo Sviluppo, affinché gli scenari di cui si è parlato trovino la strada spianata.