28 febbraio: I giovani di Confcooperative a confronto con il ministero dello Sviluppo Economico al "Tavolo dei Giovani imprenditori".

Si è riunito il Tavolo di confronto permanente con i Gruppi giovani delle associazioni imprenditoriali promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico. Il Tavolo - che nel corso del 2012 si è confrontato sul tema start-up di impresa, formazione imprenditoriale e accesso al credito - era chiamato a formulare le linee di lavoro da affidare al nuovo governo.

All'incontro hanno partecipato, per Confcooperative, Matteo Bettoli, Mattia Affini, Paolo Campagnano, Chiara Laghi e Marco Nicosia.

Di seguito si riporta un estratto dell'intervento di Confcooperative.

Nel Piano d'azione Imprenditoria 2020, adottato il 9 gennaio 2013 dalla Commissione Europea, si sottolinea come l'imprenditore debba essere percepito come figura positiva. Oltre a caldeggiare un'operazione "culturale", la Commissione auspica che lo Stato si ponga "al servizio" dell'impresa e non rappresenti invece un ostacolo alle attività..

I dati Eurobarometro sull'imprenditorialità presentati contestualmente al Piano indicano che negli ultimi 3 anni gli Europei disposti a fare impresa sono scesi dal 45% al 37%. Sono molto meno rispetto al 51% degli USA e al 56% della Cina. Parallelamente, la disoccupazione in Europa ha raggiunto l'11,8% (+2% in due anni), con il 25% circa di disoccupazione giovanile (in alcune aree si supera il 50%).

E' consapevolezza diffusa che non si possa creare lavoro con più Stato e con più amministrazione pubblica. Solo il 15% dei nuovi posti nel privato sarà in grandi aziende. Il restante 85% verrà da micro o piccole medie imprese. E' questo il vero potenziale su cui dobbiamo puntare.

L'85% affidato all'azione delle PMI non snatura il quadro italiano. Dati della DG Industria e Imprenditoria 2012 indicano che il settore delle PMI in Italia è il più grande dell'UE per numero di imprese. Sono 3.8 milioni di imprese che costituiscono l'80% dell'occupazione.

In Italia la cultura imprenditoriale c'è già, ma la crisi ha reso ancora più proibitive le condizioni (già difficili) per chi vuole fare impresa.

La Commissione Europea analizza chiaramente il contesto, sottolineando che se manca l'educazione all'essere imprenditori e le opportunità per donne, giovani, anziani e immigrati, certamente non mancano le barriere. Molto si può fare sul fronte credito, semplificazioni, sostegno agli imprenditori, utilizzo delle tecnologie, trasferimento aziendale.

Quest'anno con il Tavolo di confronto permanente ci siamo occupati di

-         sostegno nelle fasi cruciali del ciclo vitale dell'impresa (start-up)

-         formazione imprenditoriale

-         accesso al credito

Sono punti coerenti con l'analisi della Commissione.

Sui punti da perseguire per le prossime azioni ragioniamo su come

-         rendere "possibile" il lavoro

-         rispondere ai bisogni insoddisfatti creando lavoro

La cooperazione è da sempre impegnata nel trovare soluzioni a queste sfide della modernità.

Alcune indicazioni:
   
Lavoriamo su un protocollo per l'accesso facilitato al credito per le imprese giovanili
   
Sviluppiamo maggiormente la formazione per l'autoimprenditorialità
   
Portiamo sostegno a forme flessibili di organizzazione del lavoro (in termini di orario e di "luogo"), tema su cui la cooperazione lavora da tempo
   
Ragioniamo sulla deduzione e detrazione per i servizi di cura
   
Sviluppiamo la cooperazione nelle utilities e nei servizi pubblici / cooperazione di comunità e perseguiamo il cammino intrapreso verso un nuovo welfare mutualistico
   
Apriamo maggiormente le forme societarie verso il libero professionismo (costruendo sulla società per l'esercizio di attività professionali regolamentate nel sistema ordinistico e la società tra professionisti, previste dalla Legge di Stabilità 2012)
   
Ragioniamo sul coworking, la condivisione di spazi e di professionalità e sui servizi di accompagnamento e incubazione

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