Il rebus del governo, la crisi che batte forte e le mille facce del nuovo parlamento

"Il Fondo per la non autosufficienza? Ma che cos'è?". Questa è stata la risposta di un eletto del Movimento 5 Stelle a Redattore Sociale su cosa intende fare per le persone non autosufficienti. Alfonso Bonafede, capolista alla Camera in Toscana e neo deputato poi si limita a rispondere: "Noi siamo per investire sul welfare e per aiutare le persone in difficoltà".

Lo Tsunami di Beppe Grillo non ha solo prodotto il rebus di una maggioranza di governo. In Parlamento arrivano giovani di belle speranze che navigano a vista sui temi del welfare. Si tratta di quelle politiche che devono interessare i primi soggetti su cui si abbatte la crisi. E, competenze a parte, sono politiche per cui è necessaria un visione di ampio respiro e di risposte immediate.

Eppure nelle due Camere metteranno piede tanti rappresentanti del no profit. Da Edoardo Patriarca a Paolo Beni, da Filippo Fossati a Laura Boldrini e Giulio Marcon, passando per Andrea Olivero e Luigi Marino gli scranni del parlamento non erano mai stati occupati dai protagonisti del Terzo settore. Sarà sufficiente questa presenza? Aiuterà davvero a determinare svolte il welfare? Il portavoce del Forum nazionale del Terzo settore, Pietro Barbieri, ha così commentato il voto: " Lo scenario politico che si sta delineando in queste ore indica incertezza e profonda ingovernabilità che non aiutano la situazione economica e politica del nostro Paese. Vogliamo comunque cogliere la presenza nel nuovo Parlamento di numerosi candidati provenienti dal mondo del terzo settore come un segnale, e una scommessa, positive.

Tra i candidati eletti ci sono circa una decina di esponenti di spicco dell'associazionismo, della cooperazione e del volontariato che potranno portare nel nuovo Parlamento il valore aggiunto della loro esperienza su temi sociali, ambientali, culturali. La loro nomina rappresenta un riconoscimento del ruolo che il terzo settore può giocare come motore di sviluppo, nel rinnovamento della classe dirigente e del modo di intendere l'amministrazione della cosa pubblica, ma anche come importante e auspicabile apertura alle tematiche sociali fino ad oggi escluse dall'agenda politica. Quello che ci auguriamo è che possano portare un contributo positivo, attraverso un ragionamento che riguardi tutte le politiche e come queste possano diventare politiche di inclusione, di sviluppo e di crescita per il Paese".

Tutti si uniscono a questa speranza. Il timore, purtroppo, è quello di assistere a un salto nel buio. Proprio ciò che l'Italia e le fasce deboli della popolazione non possono più sopportare.

Giuseppe Manzo

direttore@nelpaese.it

Twitter: @nelpaeseit

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