SIRIA

La Syrian National Coalition, che aveva annunciato il boicottaggio della conferenza degli Amici della Siria torna sui suoi passi dopo l'impegno annunciato dal Segretario di Stato Usa che a Roma non si va "solo per parlare". Il ministro degli esteri siriano dice che il governo è pronto a dialogare anche con "coloro che sono in armi".

Roma (AsiaNews) - L'opposizione siriana riunita nella Syrian National Coalition (SNC) ha annunciato che il suo capo, Moaz al-Khatib (nella foto), parteciperà alla conferenza degli Amici della Siria, che si apre il 28 a Roma, che aveva invece annunciato di voler boicottare. All'origine della decisione, a quanto dichiarato dal portavoce della SNC, Walid al-Bunni, le assicurazione date dal nuovo segretario di Stato Usa, John Kerry, sulla intenzione del presidente Obama di incrementare il sostegno ai ribelli.

La decisione del fronte dell'opposizione segue di un giorno le affermazioni del ministro degli esteri di Damasco, Walid al-Muallem, sulla disponibilità del governo "a dialogare con tutti coloro che vogliono il dialogo, compresi coloro che sono in armi". Muallem parlava da Mosca, dove è in visita, e le sue dichiarazioni sono state eco a quelle del ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, sulla mancanza di alternative a una soluzione politica della crisi. "Non ci sono - ha infatti detto Lavrov - alternative valide da raggiungere concordando le posizioni del governo e dell'opposizione". "Noi - ha aggiunto - siamo per una Siria indipendente, unita e dove tutti i siriani, indipendentemente dalla loro religione, possano vivere in amicizia, pace e democrazia". "Il popolo siriano - ha concluso - deve poter decidere la sua sorte senza interventi esterni".

Praticamente in contemporanea, Kerry da Londra, prima tappa del primo viaggio in Europa e Medio Oriente del Segretario di Stato, annunciava l'intenzione di Obama di un maggior impegno per la soluzione della crisi siriana. "Abbiamo discusso - ha spiegato - varie opzioni, ma in questo momento non voglio specificarle". "Voglio - ha aggiunto - che i nostri amici del Consiglio dell'opposizione siriana sappiano che non stanno arrivando a Roma semplicemente per parlare. Stiamo arrivando a Roma per prendere decisioni in merito a passi successivi e forse anche per altre opzioni che possono o non possono essere discusse ulteriormente dopo".

Quella che potrebbe essere un'apertura di Damasco, ma anche in segnale di debolezza, e la prospettiva di un maggiore e diverso intervento americano in Siria sarnno tra i temi che oggi il capo della diplomazia statunitense affronterà in un previsto incontro con la sua controparte, in un incontro previsto a Berlino, dove Kerry è atteso oggi.

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