Nato all'estero, ora c'è anche in Italia: due siti come intermediari autorizzati
Si chiama social lending, ovvero prestito sociale o prestito tra privati. Nasce all'estero ma ora c'è anche in Italia, grazie a due siti: prestiamoci e smartika. Repubblica ci spiega cos'è e come funziona:
Dall'anno scorso la Banca d'Italia li ha riconosciuti come intermediari autorizzati. E negli ultimi 12 mesi hanno erogato crediti per oltre 3 milioni di euro. «Gli iscritti alla piattaforma aumentano, i prestatori attivi sono oltre 4.800», dice Maurizio Sella, amministratore delegato di Smartika. I finanziamenti concessi vanno da mille a 15 mila euro, a 24, 36 o 48 mesi. Come in banca, l'interesse ottenuto dipende dalla propria storia creditizia. «Ma la nostra struttura leggera si traduce in commissioni più basse», spiega Sella. «Il tasso medio è dell'8,9%, contro il 12% degli istituti tradizionali, ma per chi ha buone credenziali può scendere fino al 6%». Chi si iscrive per versare invece, da 100 a 50 mila euro, può scegliere su quale classe di credito investirli, in base al rendimento atteso.
Per ridurre il rischio, i soldi vengono ripartiti tra 50 richiedenti:
Ma i tassi di insolvenza finora sono molto bassi, continua Sella: «Nel 2012 su 1201 rate abbiamo avuto un solo ritardo. I debitori rispettano gli impegni perché sanno che quei soldi arrivano da altre persone. E per chi presta il ritorno medio è del 6,5%». Un affare da uomini, per ora. Sono maschi il 95% dei prestatori e il 75% dei richiedenti iscritti alle piattaforme, la metà ha tra 35 e 45 anni. Circa un tereuro di agosto al milione e mezzo di gennaio. Ma negli ultimi mesi l'importo medio messo a disposizione dai prestatori è sceso».
Infine:
Al momento Prestiamoci riesce ad accontentare solo un richiedente su dieci, nonostante uno su quattro risulti solvibile. Tra loro Anna Lamberti- Bocconi, poetessa milanese di 51 anni. Che insieme a una collega ha comprato una piccola baita in Valsesia, dove vuole fondare un laboratorio di scrittura creativa. «Ho chiesto un prestito di 4mila euro per ristrutturarla », dice. E in soli 15 giorni il suo progetto ha convinto un numero sufficiente di prestatori. «Il social lending ha successo per questo», conclude Carozzi. «Non si finanzia un consumo, ma un bisogno». zo di loro sfrutta l'opportunità per chiudere altri debiti, più onerosi, contratti con le banche.