Oggi 20 febbraio 2013, a Washington,l'Ambasciata italiana negli Usa, in collaborazione con la Fondazione Telethone l'American Society for Cell Biology, rende omaggio a Renato Dulbecco, il grande biologo e medico italiano insignito del premio Nobel per la medicina nel 1975, a un anno esatto dalla sua scomparsa.
Dalle 8 alle 13.30 (ora di Washington), nomi prestigiosi della scienza italiana e americana sono coinvolti in una tavola rotonda per ricordare la figura e il carisma di Renato Dulbecco. L'evento si svolge nel quadro dell'Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti, iniziativa che gode dell'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Tra i relatori principaliFrancesca Pasinelli, direttore generale della Fondazione Telethon, che ripercorre le tappe più significative del legame tra la Fondazione e il premio Nobel; dal 1994 e fino alla sua scomparsa, il Professor Dulbecco è stato presidente onorario dellaCommissione Medico Scientifica di Telethon, dopo esserne stato presidente dal 1991. Il suo contributo alle attività della Fondazione è stato anche significativo grazie alla sua partecipazione ai lavori del primo Consiglio di indirizzo scientifico: è infatti dalla elaborazione strategica di questo organo consultivo che è nato il progetto carriere Telethon, poiIstituto Telethon Dulbecco. nel 1999, anno in cui prese parte al Festival di Sanremo, Dulbecco decise infatti di devolvere il suo cachet proprio allo sviluppo un istituto che consentisse a giovani ricercatori di svolgere in piena indipendenza la propria carriera in Italia. Da allora l'Istituto Telethon Dulbecco (DTI) ha coinvolto 30 laboratori in Italia e ha permesso ad oltre 370 tra"Telethon scientist", collaboratori, borsisti di svolgere la propria attività, arricchendo con il proprio talento la comunità degli scienziati italiani impegnati nella ricerca sulle malattie genetiche.
È proprio il tema della formazione dei giovani e della mentorship, secondo Francesca Pasinelli, il più grande insegnamento che ci lascia Renato Dulbecco.«Un giorno - ricorda Pasinelli - mi disse che motivo di grande orgoglio per lui, più del Nobel ricevuto, era il fatto che cinque suoi allievi avessero ottenuto lo stesso riconoscimento. Riteneva la formazione alla conoscenza e all'amore per la ricerca, il principale compito di uno scienziato. Un insegnamento forse ancora non abbastanza valorizzato nel nostro Paese».
Tra i relatori di questa giornata figura ancheStefano Bertuzzi, uno dei primi giovani e talentuosi "Telethon Scientist" reclutati dall'Istituto Telethon Dulbecco (DTI) nel 1999, e oggi Direttore esecutivo dell'American Society for Cell Biology, nomina per la quale ha lasciato l'incarico di direttore dell'Office of Science Policy, Planning, and Communications presso il National Institute of Mental Health, sempre a Washington DC.
Intervengono inoltre:il Dottor Inder M. Verma, Direttore del Salk Institute, dove Dulbecco trascorse una parte rilevante della sua vita professionale; ilDottor Robert Gallo, co-scopritore del virus dell¹AIDS; il Professor Rakesh Kumar, dell'Ospedale oncologico di Houston,direttore del dipartimento di biochimica della George Washington University, e altri grandi nomi della ricerca oncologica italiana e statunitense, comePier Paolo Pandolfi, Lance Liotta e Ruggero De Maria
Proprio per testimoniare l'impegno per la ricerca del professor Dulbecco e il suo stimolo a un'intera generazione di giovani di enorme valore la giornata di oggi è dedicata ai tanti giovani ricercatori italiani attivi nei laboratori dei National Institutes of Heatht (Istituti Nazionali di Sanità americani) e nelle grandi Università dell'area di Washington, della Virginia e del Maryland,a cui il Ministero della Salute italiano ha di recente riconosciuto, grazie al programma nazionale per la ricerca sanitaria, possibilità di finanziamento per la realizzazione di progetti di interesse nazionale.
Roma, 20 febbraio 2013
Per saperne di più:
Visita il sito delDulbecco Telethon Institute
o guarda il videoDti: una carriera indipendente per giovani ricercatori
Leggi il ricordo di Franco Bomprezzi "Il nostro amico Nobel"