BRUXELLES (Reuters) - Quasi un terzo dei bambini in Grecia, Irlanda, Portogallo, Italia e Spagna sono stati spinti sull'orlo della povertà a causa delle misure di austerità assunte per ridurre il debito pubblico. Lo afferma oggi la Caritas internazionale.
L'Italia, insieme ai paesi della zona euro che hanno goduto di prestiti internazionali, sta creando di fatto una generazione di giovani che si alimentano male, col morale basso e poche prospettive di lavoro, mentre il numero di minori a rischio povertà continua a crescere, secondo l'ente di assistenza cattolico, che cita statistiche Ue.
"Questa potrebbe essere una formula non per una sola generazione perduta, ma per diverse", ha detto la Caritas.
Dal 2010 Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna hanno ricevuto decine di miliardi di euro in prestito dall'Unione europea e dal Fondo monetario internazionale in cambio di tagli alla spesa e aumenti delle tasse. L'Italia, pur se indebitata, non ha invece ricevuto prestiti.
In tutti e cinque i paesi il tasso in aumento di bimbi vicini alla soglia di povertà coincide con i picchi della crisi nel 2008 e cresce anno su anno fino al 2011, mentre non sono disponibili le statistiche per il 2012.
L'ente attribuisce il crescente impoverimento dei bambini ai tagli al welfare che hanno colpito le famiglie, le indennità di disoccupazione, l'Iva e le tasse sui carburanti.
I dati Ue indicano che nel 2011, oltre il 30% dei minori in Spagna e Grecia erano a rischio di povertà o esclusione, quattro punti percentuali in più rispetto al 2005. In Portogallo il dato si attesta al 28,6%.
I dati 2011 non sono disponibili per Irlanda e Italia. Nel 2010 però i bimbi a rischio erano il 37,6% in Irlanda e il 28,9% in Italia.
I bambini sono definiti prossimi alla povertà e all'esclusione se vivono in famiglie con entrate del 60% o meno rispetto al reddito medio, con genitori che non hanno lavoro o lavorano poco o a cui mancano apporti essenziali di cibi ricchi di proteine, di abiti e mezzi di riscaldamento.
Secondo la Caritas, i governi devono interrogarsi sul significato di questi trend sul lungo periodo per i bambini.
(Claire Davenport)
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