Eventi in tutto il mondo, compresa l'Italia.
L'attesa per One Billion Rising è finita: nel giorno di San Valentino, si balla in 190 paesi diversi del mondo. Uno "tsunami femminista" per reclamare attraverso la danza i diritti delle donne, come ha spiegato l'organizzatrice Eve Ensler, l'autrice dei "Monologhi della vagina". Un modo originale per denunciare le violenze che opprimono ogni giorno un miliardo di ragazze in ogni angolo della Terra.
GLI EVENTI DI ONE BILLION RISING - Eventi e flash mob sono previsti in tutte le maggiori città del mondo, compresa Roma, dove gli "spettacoli" saranno tre: alle 12.30 in Piazza del Popolo, alle 16 in Piazza di Spagna e alle 16.45 sotto l'Arco di Costantino. "Non è importante conoscere i passi, l'unico obbligo è indossare abiti rossi e neri", hanno spiegato gli organizzatori. Eppure l'evento più atteso è forse quello previsto in India, ancora scossa dallo scandalo della studentessa Jyoti Singh, morta per le violenze dello stupro di gruppo del 16 dicembre 2012 scorso a New Dehli, dopo due settimane di agonia in ospedale. A mostrare tutta la sua indignazione, sul New York Times, è stata Reecha Upadhyay, nota regista indiana di 34 anni: "Non possiamo fermarci, dobbiamo continuare a chiedere maggiore sicurezza per le strade", spiega l'artista. Anche per ricordare la giovane vittima delle molestie, l'India parteciperà simbolicamente alla campagna globale. A New Delhi la giornata sarà piena di aventi, compreso un flash mob organizzato da un piccolo gruppo di giovani registi alle 5 del pomeriggio in Parliament Street.
LA QUESTIONE INDIANA - In India la giornata sarà particolarmente sentita: il problema della violenza contro le donne ha dominato ogni discussione pubblica per quasi due mesi. Tutto mentre prosegue il processo contro i cinque uomini accusati di stupro e omicidio. "Per noi sarà una nuova lotta per la libertà", ha spiegato Kamla Bhasin, il coordinatore della campagna per l'Asia meridionale. L'obiettivo sarà quello di "liberare il paese dalla drammatica mentalità patriarcale", che spesso tende a giustificare le molestie e giudica le donne corresponsabili dei delitti, per atteggiamenti giudicati "immorali". Le stesse autorità politiche e religiose in passato hanno rilasciato dichiarazioni deliranti, dove mostravano come fossero complici di questa mentalità conservatrice. Ma adesso in India si punta anche a cambiare lo stesso modo di concepire i rapporti e le relazioni all'interno delle famiglie: "Dovremmo chiederci cosa possiamo fare: non solo per permettere alle donne di uscire per le strade, senza temere di essere violentate. Ma anche per garantire loro la sicurezza nelle loro abitazioni", spiega la regista.
LA DANZA COME PROTESTA - "Delhi Rising" spera di fare proprio questo. L'iniziativa è nata un mese fa, quando la stilista Shruti Singh, di 25 anni, ha lanciato la campagna attraverso i social network. Subito sono stati organizzati numerosi eventi, ai quali hanno aderito migliaia di donne. Ma non si ballerà soltanto in India. In quasi tutti i paesi del mondo (soltanto in otto mancano all'appello) l'ondata femminista è pronta per far sentire la sua voce. Dalle proteste-flashmob di Mogadiscio, in Somalia, alle manifestazioni delle donne Maori in Nuova Zelanda, fino alle iniziative organizzate in Europa e negli Stati Uniti. Lo slogan della giornata è semplice: "Basta con le molestie. Un miliardo di donne che subiscono violenze rappresentano un'atrocità". Per questo si risponderà con un altro miliardo, quello delle "donne che danzano una rivoluzione".
IN ITALIA - Le iniziative non mancheranno nemmeno nel nostro paese. Quella più attesa sarà organizzata nella Capitale: a Roma in realtà saranno tre gli eventi, previsti in orari e luoghi differenti. Alle 12.30 in Piazza del Popolo, alle 16 in Piazza di Spagna e alle 16.45 sotto l'Arco di Costantino. Flash mob anche in Lombardia, a Milano, previsto per le 18.45 in Piazza Duomo. Per tutti, un solo motto: "Alzati, partecipa e balla". Contro ogni forma di violenza. Ma in tutta la penisola, da Nord a Sud, gli eventi continueranno per tutta la giornata: in rete diversi sono i siti che hanno realizzato una sorta di "censimento". "La speranza - affermano però gli organizzatori - è che non sia soltanto una giornata simbolica". Così sarà da domani la sfida più dura, per ribadire la necessità di tutelare i diritti delle donne. In ogni angolo del mondo.