Scritto da mca
(AGENPARL) - Roma, 13 feb - "La Costituzione e la Dichiarazione Universale dei diritti umani sono la bussola che vogliamo seguire per portare l'Italia fuori dalla crisi. Ogni diritto fondamentale deve diventare un capitolo del nostro programma. Non si tratta di bisogni a cui si deve rispondere, bensì di diritti fondamentali". Così all'AgenParl Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace, oggi candidato alle elezioni politiche con Rivoluzione civile. Da sempre impegnato nel cosiddetto Terzo Settore, Flavio Lotti è stato per 16 anni il coordinatore nazionale della Tavola della Pace, la più grande rete pacifista italiana che raccoglie centinaia di gruppi e organizzazioni laiche e religiose ed enti locali. E' direttore del Coordinamento Nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani, un'associazione fondata nel 1986 che riunisce 704 Comuni, Province e Regioni italiane.
Oggi il Terzo Settore è fortemente in crisi. Che risposte si possono dare a queste realtà?
La prima cosa in assoluto da fare, è cominciare a prendere sul serio la drammatica situazione dei servizi in cui vive questo settore, soprattutto se pensiamo che si tratta di servizi rivolti a persone disagiate. Ogni anno in Italia ci sono 90mila persone che diventano non auto-sufficienti. Questo vuol dire che c'è sempre più bisogno di nuovi servizi. La seconda cosa che andrebbe fatta, poi, è quella di ripensare interamente il nostro settore sociale, preoccupandoci di chi è già vittima di questa crisi. Lo Stato deve tornare ad investire sugli Enti e le Comunità locali, cambiando le priorità di spesa e questo non significa, ovviamente, andare verso il localismo.
Le Cooperative chiedono una fiscalità agevolata, anche se incombe una direttiva europea per alzare l'Iva al 21%. E' possibile andare incontro a queste richieste?
Bisognerebbe sottrarre questi servizi dalla logica contabile di mercato, ripartendo da una logica che è fondamentale nelle modalità di svolgimento di questi servizi, anche se può sembrare ?idilliaca', ed è quella del prendersi cura l'uno dell'altro. Dobbiamo tornare da protagonisti in Europa, perché non è il Vangelo. L'Ue è fatta dagli europei, e quando ci sono regole che ci impediscono di attuare i diritti umani, bisogna opporsi. Questo mondo deve essere messo nelle condizioni di operare in modo che nessuno faccia il furbo. Ci salveremo solo ridando fiato a quella parte della società che vive la solidarietà.
Il Terzo Settore lamenta la mancanza di un interlocutore istituzionale. Chi si dovrebbe occupare di ascoltare le istanze di queste realtà che operano sui territori?
Questo è il paradosso del nostro Paese. Il malcostume e la ?mala-politica' hanno portato ad una mancanza di ascolto ed ho potuto riscontrare queste realtà proprio in questi giorni di campagna elettorale. Non ci si riconosce più nelle istituzioni. Bisogna cambiare il paradigma, la politica quando deve intervenire su un problema deve innanzitutto ascoltare chi vive quel problema. E' un asse strategico che va cambiato in questa direzione.