Soprattutto al sud la paura che i genitori perdano il lavoro
Molte rinunce per tutelare i figli. I più piccoli meno consapevoli delle difficoltà di mamma e papà.
Il 2012 è stato un anno di crisi nella percezione della situazione economica della propria famiglia da parte dei bambini e degli adolescenti: il 28,7% dei bambini ed il 50,1% degli adolescenti afferma che la propria famiglia è stata colpita dalla crisi economica. Le diversità sono poi percepite in maniera diseguale da Regione a Regione: il Sud registra i dati più elevati rispetto alla perdita del lavoro (14,2%) o alla collocazione in cassa integrazione dei genitori (10,6%). La riduzione dell'orario di lavoro sembra essere una prerogativa dell'area del Nord-Ovest (15,3%) e del Sud (12,5%), mentre è nelle Isole che si registra l'esigenza di cambiare città (14,7%) per migliorare le proprie condizioni professionali e di vita. Al Centro, infine, nel 66,7% delle testimonianze dei piccoli intervistati, la condizione lavorativa dei propri genitori è rimasta uguale, nonostante la crisi.
"Sono dati che fanno molto riflettere" afferma l'avv. Andrea Catizone, Direttrice dell'Osservatorio sulle Famiglie Eurispes "poiché incidono sulle modalità attraverso le quali si sviluppa la vita e l'identità delle giovani generazioni. Se infatti paragoniamo questi risultati con le principali attività svolte durante la giornata dai giovani e giovanissimi si riscontra un maggiore interesse per tutto ciò che porta ad una forma di astrazione dalla realtà". Questa è la prima generazione di figli della "precarietà" che se da un lato trasferisce le insicurezze sul futuro dagli adulti ai minori, dall'altra rafforza le migliore tradizione delle famiglie italiane che hanno cercato e cercano sempre di proteggere i propri figli dalle difficoltà che emergono dall'esterno.
Il tenore di vita. Nonostante un generale abbassamento del tenore di vita dei nuclei familiari emergono dati di estremo interesse che sembrerebbero contraddire quanto enunciato. Infatti nei bambini intervistati tra i 7 e gli 11 anni solo il 28,7% pensa che la propria famiglia sia stata attraversata dalla crisi economica generale a fronte del 61% che ritiene di non aver sentito la crisi toccare la propria famiglia. Risultato che si presta a diverse letture. Da un lato, infatti, come si anticipava, i genitori tendono a non riversare sui figli la diminuzione delle proprie risorse economiche riducendo, il più possibile, le spese che non li riguardino. In tal senso è interessante vedere come il 70,5% dei bambini non ha vissuto una riduzione della paghetta settimanale, a fronte del fatto che i capitoli di spesa più coinvolti nella riduzione riguardino prevalentemente le attività e le abitudini dei genitori che hanno rinunciato, a favore dei figli, alle cene fuori, a divertimenti e hanno contratto notevolmente il loro tempo libero.
Telefonini e tecnologia. Rafforzano tale convinzione i dati che riguardano il possesso dei beni tecnologici da parte dei bambini e il loro utilizzo. Il telefonino viene posseduto dal 14,3% dei bambini di 8 anni, il 9,3% prima dei 7 anni e un 9,3% a 9 anni. L'età a cavallo tra i 10 anni segna il momento di discrimine tra chi ha un cellulare proprio e chi no. Certo è che non è esattamente questo l'ambito in cui le famiglie risparmiano di più, nonostante la crisi economica in atto sia di queste dimensioni. Anche l'uso dei bambini e ragazzi delle tecnologie, che ovviamente implicano dei costi per i genitori, rassicura su quanto precedentemente affermato: i giovani vengono protetti dalla riduzione delle spese dai propri genitori. Questi ultimi dati, poi sono di conforto ad una seconda considerazione in merito alla formazione della loro personalità ed identità. "I bambini e i ragazzi" continua Andrea Catizone "vivono una scollatura tra il modo reale e la loro percezione. In parte questo è dovuto ad una fisiologica fase della vita in cui si è maggiormente immersi in attività ludiche e ricreative che nascondono le difficoltà reali, ma in parte ciò è attribuibile alla conformazione della società attuale in cui il loro tempo libero viene per lo più vissuto in simbiosi con i Media".
Le due funzioni maggiormente utilizzate del cellulare dai bambini sono l'uso dei giochi (21,2%) e le telefonate (20,5%), seguite dall'invio di messaggi di testo o di mms(18,3%) e dall'ascolto della musica (17,5%), mentre gli adolescenti preferiscono utilizzarlo per chiamate 24,1%, messaggistica 24,4% e infine navigazione su internet 8,5%. "Quanto emerge dalla nostra Indagine", conclude l'avvocato Catizone, "ribadisce una generale tendenza da parte degli adulti, a voler ricreare un mondo ideale in cui collocare i propri figli e le proprie figlie che sia il più possibile protetto dalle varie difficoltà che sta vivendo la famiglia, anche dotandoli di apparecchiature che permettono ai giovani e giovanissimi di sperimentare vite virtuali e parallele che nulla hanno in comune, o molto poco, con quelle reali".