Luca Dello Iacovo
La rinascita dei quartieri passa attraverso il crowdfunding civico. Che sostiene la ristrutturazione di vecchie cabine telefoniche fino a trasformarle in spazi di arte pubblica. Oppure contribuisce alla costruzione di un orto urbano dove i residenti possono coltivare frutta e verdura fresche, a chilometro zero e a basso impatto ambientale. Sono idee in cerca di finanziamenti su Spacehive: è una bacheca sul web dove raccogliere fondi attraverso l'unione di donazioni di piccola entità versate dagli utenti di internet che, insieme, arrivano alla cifra necessaria per avviare l'iniziativa. Le quote sono restituite se il traguardo non viene raggiunto entro un periodo delimitato.
È il crowdfunding: la parola deriva dall'unione di crowd (folla) e funding (finanziamento). Finora ha sostenuto idee creative e startup. Ma alcune piattaforme hanno scommesso sul crowdfunding civico destinato a cittadini e organizzazioni non profit del quartiere. In Gran Bretagna Spacehive è stato in grado di coinvolgere i donatori per la ricostruzione di un centro d'incontro nella comunità gallese di Glyncoch: attraverso internet ha raccolto alcune decine di migliaia di sterline per far partire i lavori. Altri seguono strade simili nella collaborazione con la pubblica amministrazione o con le attività commerciali locali.
Citizinvestor ha radici negli Stati Uniti: attraverso la sua piattaforma il Parks and Recreation Department di Philadelphia ha ottenuto quasi 13mila dollari per piantare altri alberi in città. Sono fondi che altrimenti non sarebbero arrivati in un periodo di tagli alla spesa pubblica. E punta sulle partnership tra cittadini e pubbliche amministrazioni locali per attivare processi di innovazione sociale e arricchire il territorio.
Il Weston Baseball negli Stati Uniti invia i contributi dei supporter a un istituto di ricerca a Boston attraverso un suo programma di donazione. E raccoglie somme di denaro anche mediante i coupon digitali venduti su internet. Sono tagliandi comprati online dagli utenti e abilitano l'accesso a promozioni e sconti in attività commerciali locali, come ristoranti e piscine. L'idea di impiegare i coupon digitali per finanziare il settore non profit viene da Cauzoom: è una startup varata da un incubatore di Boston che ha ampliato la sua rete agli Usa.
L'elenco dei progetti finanziati è accessibile per area geografica. Il bikesharing a Kansas City ha ottenuto alla fine di gennaio circa il 60% dei 460mila dollari necessari in modo da espandere l'iniziativa e pedalare sulle "B-cycles" in città. In questo caso il crowdfunding è avvenuto su Neighbor.ly che in modo simile a Spacehive riunisce le proposte di organizzazioni non profit, startup locali e cittadini impegnati a migliorare la qualità della vita nel vicinato.
Sono territori sperimentali per l'open government: le pubbliche amministrazioni si aprono alla partecipazione anche attraverso spazi online. Che sono luoghi d'incontro e di discussione capaci di attivare collaborazioni tra le comunità locali. Come in una piazza pubblica. E, nel caso del crowdfunding civico, l'open government trova uno strumento per varare iniziative che altrimenti resterebbero nel cassetto. Per le organizzazioni non profit, invece, è una strada che consente di coinvolgere il pubblico e trovare fonti alternative di raccolta fondi. Come spiega anche Don Tapscott, autore di Wikinomics, sono strumenti che incentivano la trasparenza e il coinvolgimento dei cittadini. I social media come Facebook, Twitter, Google+ diventano uno spazio di passaparola per alimentare le discussioni nelle città e nei quartieri.
A ispirare le piattaforme di crowdfunding civico sono successi come Kickstarter: sostiene iniziative creative ad ampio raggio proposte dagli utenti, ad esempio documentari e gadget. Nella sua bacheca sul web ha raccolto 35mila progetti finanziati con successo e 20 hanno superato il traguardo di un milione di dollari.
Secondo le stime della società d'analisi Massolution il crowdfunding ha raggiunto nel 2012 un giro d'affari di 3 miliardi di dollari nel mondo. E non sono poche le startup che hanno puntato su piattaforme con un focus tematico.
Watsi ha una storia con pochi precedenti simili: è un'impresa innovativa lanciata lo scorso agosto con la scommessa di raccogliere fondi per pagare le spese di operazioni chirurgiche che altrimenti i pazienti non sarebbero in grado di sostenere. E il crowdfunding attraverso piccole somme di denaro ha funzionato.
Tilahum, ad esempio, ha ricevuto da 41 donatori sul web i 1.600 dollari che aveva richiesto. Watsi inoltre ha avuto un colpo di fortuna. Al momento del debutto durante l'ultima estate ha convinto Paul Graham, fondatore di un incubatore tecnologico californiano: di recente l'imprenditore hi-tech ha deciso che proprio Watsi sarà la prima non profit a far parte delle startup che seleziona in modo da aiutarle a crescere.
In Italia spazi per il crowdfunding civico sono Kapipal, Eppela e Shinynote: conquistano pubblico sul web.
Vodafone Italia e Fondazione Vodafone hanno avviato la seconda edizione di "Ricarica Insieme". Finanzierà tre associazioni non profit: Traccia è dedicata all'assistenza di pazienti con disturbi dello spettro autistico, Agd Italia Onlus aiuta i diabetici e Casa Oz offre un sostegno e una "casa" ai bambini malati, ospedalizzati e alle loro famiglie a Torino e a Catania. Nella prima edizione "Ricarica Insieme" ha raggiunto 5 milioni di euro in dodici mesi, già interamente devoluti alle undici associazioni selezionate.