UNA CRISI DI SENSO, DUNQUE DI DIREZIONE

di Stefano Zamagni, Università di Bologna

Due sono i tipi di crisi sistemiche che è possibile identificare nella storia delle nostre società: dialettica l'una, entropica l'altra. (Delle crisi congiunturali per certi aspetti funzionali ad una economia di mercato non mette conto dire tanto sono numerose e ben note). Dialettica è la crisi che nasce da un grave conflitto di interessi che prende corpo entro una determinata società la quale non riesce, per una ragione o l'altra, a comporre. Una tale crisi contiene, al proprio interno, i germi o le forze del proprio superamento. Esempi storici e famosi di crisi dialettica sono quelli della rivoluzione americana, della rivoluzione francese, della rivoluzione d'ottobre in Russia nel 1917. Entropica, invece, è la crisi che origina da un serio conflitto di valori oppure da un conflitto d'identità. Essa tende a far collassare il sistema, per implosione, senza che dall'interno della crisi stessa possano derivare indicazioni circa la via d'uscita. Questo tipo di crisi si sviluppa ogniqualvolta la società perde il senso - cioè, letteralmente, la direzione - del proprio incedere. Anche di tale tipo di crisi la storia ci offre esempi notevoli: la caduta dell'impero romano; la transizione dal feudalesimo alla modernità; il crollo del muro di Berlino e il conseguente crollo dell'impero sovietico e altri ancora.

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DISEGUAGLIANZE E GIUSTIZIA BENEVOLENTE

di Stefano Zamagni, Università di Bologna

Negli ultimi tre anni, hanno visto la luce sei libri importanti di autori autorevoli sul tema della giustizia sociale. Si tratta dei saggi di A. Sen (L'idea di giustizia, Mondadori, 2010); M. Sandel (Giustizia. Il nostro bene comune, Feltrinelli, 2010); R. Dworkin (Giustizia per porcospini, 2011), P. van Parijs (Democrazia giusta: il programma Rawls-Machiavelli, 2012); J. Stiglitz, The price of inequality, Norton, 2012); R. Skidelsky, How much is enough? New York, 2012).

Come darsi conto di una tale concentrazione di interesse su un tema tanto antico quanto di estrema attualità - un tema che da angolature specificamente filosofiche da sempre ha intrigato la mente vigile e civilmente responsabile di Francesco Totaro? La risposta che do è che è l'aumento scandaloso, anno dopo anno, delle disuguaglianze sociali sia nei paesi dell'Occidente avanzato sia a livello mondiale ad aver riacutizzato l'interesse di filosofi, economisti e scienziati sociali su una duplice questione: perché le disuguaglianze vanno aumentando più velocemente dell'aumento del reddito nazionale e perché così scarsa è l'attenzione dell'opinione pubblica nei confronti di un fenomeno così devastante? Il recentissimo saggio del noto statistico-economico Branko Milanovic, Chi ha e chi non ha (Il Mulino, Bologna, 2012) ci aiuta a darne la spiegazione.

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