La notizia è di quelle che fa rapidamente il giro del mondo. La Casa Bianca porta davanti a un giudice Standard & Poor's, la più grande agenzia di rating al mondo, con l'accusa di aver volutamente sopravvalutato alcuni titoli immobiliari, causando così lo scoppio della crisi finanziaria americana del 2008 che, come è noto, di lì a breve contaminò l'intera economia mondiale.
Quello che si consumerà presso la Corte Federale di Los Angeles si presenta come un processo dal cui esito dipende qualcosa in più della "semplice" richiesta di risarcimento avanzata nei confronti del colosso della finanza USA (5 miliardi di dollari). Per la prima volta, infatti, viene sostenuta con forza la tesi che la crisi sia stata generata da comportamenti di tipo speculativo maturati nell'ambiente dell'alta finanza, ora chiamata a dare conto del suo operato.
Evidentemente si tratta di un primo passo da parte dell'amministrazione Obama in direzione di uno dei suoi obiettivi dichiarati: la regolamentazione dei mercati e, al tempo stesso, un tentativo della politica di recuperare parte del terreno perduto nei confronti della finanza.