Il mancato rispetto degli Accordi di Pace siglati all'inizio del mese sta portando nuove ombre sulla Repubblica Centrafricana. Si registrano violenze sulla popolazione e una crescita del reclutamento dei bambini soldato.

La Repubblica Centrafricana (RCA) dal 10 dicembre 2012 si trova sotto scacco in seguito agli attacchi sferrati da un'alleanza di diversi movimenti di ribelli, Séléka, a partire dalle regioni nei pressi della frontiera con il Ciad.

I ribelli hanno accusato il presidente Bozizé di non aver rispettato l'Accordo di Pace del 2007 e di non aver attuato gli impegni sanciti nell'Accordo Globale di Pace del 2008, che prevedeva un processo di disarmo, smobilitazione e reintegro (Ddr) degli ex ribelli e dei finanziamenti a favore della loro inclusione sociale.

La crisi ha provocato un elevato numero di sfollati interni e di rifugiati nei paesi limitrofi. Ha inoltre causato un blocco di tutte le attività socio-economiche e politiche e ha tagliato di fatto le vie di comunicazione con la capitale Bangui.
Secondo le ONG locali sono state commesse gravi violazioni dei diritti umani, tra le quali un aumento delle violenze sessuali nei confronti delle donne e delle bambine, sia da parte di Seleka, nelle aree sotto il controllo dei ribelli, sia delle forze governative fedeli a Bozizé a Bangui a discapito di persone vicine ai ribelli.

Il rappresentante UNICEF a Bangui ha dichiarato di aver ricevuto informazioni attendibili su un aumento del reclutamento di bambini soldato da parte sia dei gruppi ribelli che delle milizie pro-governative, che ammonterebbero a circa 2500.
Dopo la sottoscrizione l'11 Gennaio 2013 dell'Accordo di Pace di Libreville, ci si aspettava un rapido ritorno alla normalità nel Paese. In realtà, la coalizione Séléka, in palese violazione dell'Accordo, ha ripreso le ostilità. Gli edifici amministrativi e le strutture pubbliche delle città di Kémbé e Djimb, situate rispettivamente a 127 e 170 Km da Bangassou, capoluogo della prefettura del Basso-kotto, sono state prese d'assalto e sono cadute in mano ai ribelli.

Il motivo del contendere è chiaro.Durante l'incontro del presidente Bozizé con i rappresentanti dell'opposizione democratica e delle forze ribelli, il 17 gennaio 2013, il leader di Séléka, Michel Djotodja Am-Nondroko ha chiesto il rilascio dei prigionieri politici di Séléka.
A questa interpellanza, Bozizé ha replicato che la liberazione di questi uomini è condizionata dalla cessazione effettiva delle ostilità degli uomini di Séléka.

Questo rimbalzo di responsabilità rimanda l'avvio dell'applicazione dell'Accordo, soprattutto per ciò che concerne il cessate il fuoco. In questa situazione di instabilità, l'avvocato Nicolas Tiangaye, scelto come primo ministro sia dall'opposizione democratica sia dalla coalizione Séléka, sta portando avanti le consultazioni che porteranno alla creazione di un governo di transizione nel quale figureranno i rappresentanti di tutte le forze che hanno sottoscritto l'Accordo di Libreville.

In base all'Accordo di Pace di Libreville la transizione avrà la durata 12 mesi, durante i quali il presidente Bozizé non potrà rimuovere il capo del governo designato. Alla fine di questo periodo si terranno le elezioni legislative. Inoltre il presidente, al potere dal 2003 in seguito ad un colpo di stato, si è impegnato a non candidarsi per un nuovo mandato nel 2016.

Grazia Paoleri, ufficio progetti

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